Le degustazioni gratuite aperte al pubblico sono cominciate con un vitigno fin qui poco esaltato
A Barolo si apre con il Barbera. Potrà sembrare un controsenso o forse solo la “collisione” tra attese e analisi approfondite, ma è quello che è successo a Collisioni 2014, un evento che non lascia molto al caso. La prima degustazione del progetto wine & food del curatore gastronomico del Festival Ian D’Agata, aperta al pubblico e gratuita (su prenotazione) come tutte le altre, si è tenuta sabato 19 luglio nell’Enoteca Regionale di Barolo. Al tavolo dei moderatori Arunas Starkus (Lithuanian Wine – Lithuania), Luzia Schrampf (Der Standard – Austria), Young Shi (Taste&Spirit – Cina) e il sottoscritto, oltre alla presenza di coordinatore degli interventi dello stesso D’Agata.
Molto attento, seppur variegato per età e provenienza, il pubblico presente, che ha potuto ascoltare interessanti analisi da parte di professionisti provenienti da tutto il mondo. Quasi la metà dei vini degustati, inoltre, hanno trovato in sala presenti anche i produttori, che hanno quindi fornito quei dettagli che in altri contesti non sarebbero potuti pervenire.
Di certo quindi l’appuntamento ha fornito indicazioni importanti su un vitigno tra i più importanti in Italia, il secondo tra i rossi dopo il Sangiovese, le sue zone d’elezione in Piemonte (Alba, Asti e Monferrato) e le due “anime” che lo contraddistinguono ad oggi. Si perché se quella della Barbera per molti anni è rimasta una produzione di quantità, assecondando la vigoria del vitigno, fino ad essere coltivata nelle zone meno pregiate in alcune aree del Piemonte o usata in assemblaggi, oggi in molti ne stanno riscoprendo la validità sia sotto l’aspetto dell’eleganza che della struttura.
La degustazione ha in effetti fatto emergere le due impostazioni che differenziano le produzioni di Barbera tra Asti, Alba e Monferrato. Quella forse più “tradizionale” che premia la vena acida e la freschezza del vitigno, puntando sull’eleganza sottile piuttosto che sulla ricerca di un estratto impegnativo. Dall’altra parte quella che invece spinge per la struttura e la longevità del vino, conservando anche in questo caso una impostazione da Barolo o Barbaresco per un’uva che è capace di riuscire bene anche in questo caso. Il problema, semmai, è proprio la versatilità della Barbera, che potendo essere utilizzata in stili così diversi perde qualcosa sul piano dell’unicità e della riconoscibilità.
Problematica emersa nei commenti dei giornalisti stranieri, che su 9 vini degustati hanno avuto qualche difficoltà ad identificare la reale identità del vitigno. D’altronde si può dire che da qualche anno si sta tornando – al netto delle variabili di produttori e zone di coltivazione – verso Barbere più fresche ed eleganti rispetto a quelle ricche e corpose. Staremo a vedere, di sicuro la degustazione organizzata da Collisioni ha evidenziato le grandi possibilità di questo vitigno, con punte di eccellenza assoluta tra le 9 etichette che hanno formato il panel di assaggio dell’evento e che riportiamo di seguito con brevi descrizioni.
Barbera d’Asti “Lia Vì” DOCG 2013 – Azienda: Carussin
Fresco e acido, il più bevibile e forse il più tipico
Barbera d’Alba Superiore DOC “Ausario” 2012 – Azienda: Molino
Ricco e rotondo, con un legno molto equilibrato
Barbera d’Asti Superiore DOCG “Mappale 61” 2012 – Azienda: Riboli
Alcune note sovramature e un legno un po’ troppo vistoso lo rendono meno tipico di altri
Barbera d’Alba Superiore DOC 2011 – Azienda: Enzo Brezza
L’annata aiuta un vino comunque fatto molto bene, uso sapiente del legno, caldo e morbido
Barbera d’Alba DOC “4 fratelli” 2012 – Azienda: Boroli
Molto ricco al palato, una Barbera che si fa ricordare per la sua croccantezza
Barbera d’Asti Superiore Nizza DOCG “900 – Neuvsent” 2010 – Azienda Cascina Garitina
Perfetto per capire l’area del Nizza, note mentolate e una ricchezza che arriva anche dai vigneti molto vecchi
Barbera d’Asti Superiore DOCG “Galileo” 2011 – Azienda: Vigne dei Mastri
Una Barbera tipica nella freschezza ma meno impressionante di altre
Barbera d’Asti Superiore DOCG “Epico” 2011 – Azienda: Pico Maccario
Lo stile qui cambia e vira verso morbidezza, calore e alcolicità. Forse troppo, fino a ricordare altri vini del nord ma non piemontesi
Barbera d’Asti DOCG 2010 – Azienda: Castagnole Lanze
Buona l’idea del comune di Castagnole Lanze di adottare un filare, buona anche la Barbera ma non del tutto convincente rispetto alle altre in degustazione.
Fabio Ciarla