Colle delle 100 bottiglie. L'Azienda sul Colle

Roberto, prima o poi vengo a trovarti. La promessa fatta durante Anteprima Vini della Costa svoltosi nel 2019 a Lucca. Poi la pandemia, una falsa ripartenza, di nuovo la pandemia ed infine, memore della promessa fatta, l’8 dello scorso febbraio, mi sono presentato in località Maolina, a pochi chilometri da Lucca.

Ad attendermi Roberto Nannini, l’anima di questa piccola azienda che fa parte del comprensorio “Colline Lucchesi”.

Colle delle 100 bottiglie. Roberto Nannini

Mi ha ricevuto di fronte alla nuova cantina, posta su di un crinale dove, a occidente, abbiamo di fronte la vasta area collinare con il torrente Freddana e ad oriente il fiume Serchio, le colline Lucchesi che arrivano sin all’interno dell’area della provincia di Pistoia, dalle parti di Pescia e Collodi. Ero arrivato sul Colle delle 100 bottiglie.

“La passione per il vino e la viticoltura nasce diversi anni fa, quando mio padre stanco delle troppe cure da dover dedicare al piccolo vigneto di famiglia pensò di volerlo sostituire con un meno esigente oliveto.

Mi opposi. Quella perdita per me sarebbe stato un dispiacere troppo grande. Decisi allora che me ne sarei occupato personalmente. Così imparai sul campo i rudimenti della viticoltura e in cantina dell’enologia avvalendomi dei preziosi insegnamenti  di due anziani contadini”.

L’inizio di una storia diversa dove, partendo da una notizia definita nefasta, Roberto si oppone. Non è facile trovare racconti di così forte impatto. La difesa ad oltranza di un territorio che trasuda di passioni, tradizioni, memorie.

Riporto dal mio moleskine: “Poi la passione crebbe e sul primo terreno in abbandono acquistato, oltre al recupero delle vecchie coltivazioni arboree presenti, piantumai un centinaio di viti. Erano viti ottenute da marze provenienti da un vigneto storico di Lucca, perché volevo qualcosa di veramente tipico”.

Colle delle 100 bottiglie. Un vigneto

Segale, la Maolina. Due aree diverse, un po’ lontane tra loro. Tu ne parli come l’inizio e il seguito. Racconta.

“Furono il regalo di Guido e Giuseppe Cozzoli, i contadini che hanno reso famoso il vino di Segale. Mi dettero del Moscato rosa e dell’Aleatico Lucchese così mi dissero, e quando me ne andai a volermi far intendere quanto fossero saporite e profumate queste uve aggiunsero “sono come il pepe per l’ arrosto”. Segale, un fazzoletto di terra che da più di 400 anni era coltivato dalla loro famiglia e in cui ancor oggi resistono viti di ameno 100 anni. I primi tre filari alla Maolina sono dunque di uva di Segale”.

Perché Colle delle 100 bottiglie?

“Con una vite in genere si ottiene una bottiglia di vino, quando non si lascia troppa uva sulla pianta diradandola.100 piante di vite, 100 bottiglie. La mia partenza”.

Oggi la consistenza aziendale su quanti ettari si estende?

“Tra proprietà e affitto lavoro cinque ettari di vigne. Sangiovese, Ciliegiolo, Canaiolo, Syrah, Colombana, Moscato, Vermentino e Trebbiano i vitigni allevati”.

Ho notato in vigna alcune pratiche legate al passato. Solo un caso o volontà e rispetto nei confronti di chi ti ha preceduto?

“Le nostre operazioni di recupero prevedono anche  il mantenimento di alcune pratiche agricole manuali, anche se anacronistiche (ad esempio la legatura delle viti coi rametti di salice). L’idea del recupero, il salvataggio dall’abbandono, il mantenimento di pratiche antiche e il tenere in grande considerazione la tradizione, declinano nella pratica un’unica volontà: sfuggire alla omologazione”.

Colle delle 100 bottiglie. Fermentini Inox

Quindi le filosofia di produzione è…

“La mia filosofia prevede che il “buono”, inteso come qualità dei prodotti della terra, sia una naturale conseguenza del “bello” che essa ci mostra offrendosi in un paesaggio armonioso, curato, rispettato. Questo bello e questo buono non potevano ovviamente che pretendere coltivazioni biologiche. La fortuna vuole che i terreni siano in due crù storici della Lucchesia: la Maolina e Segale. L’esposizione è sud, sud-ovest a un’altezza compresa tra 100 e 400 metri. Zone ventilate ben soleggiate, con terreni di diversa composizione, più minerale Segale più argillosa la Maolina vocati alla viticoltura e all’ olivicoltura”.

D’accordo, il vino nasce in vigna, ma il percorso affinché maturi ed affini è opera dell’uomo in cantina.

“Per migliorare la qualità del frutto, pratichiamo il diradamento delle uve in vigna, e per garantire una tipicità e un’impronta legata al territorio nei vini, come accadeva un tempo quando non esistevano i lieviti selezionati, facciamo fermentazioni spontanee (controllandone le temperature). Il risultato vuol essere un vino con una personalità non omologata e una qualità migliore, anche se, nella nostra opinione, a dare un’anima al vino sono solo in parte le tecniche adottate ma di più l’ intera storia che lo precede”.

Colle delle 100 bottiglie. Tonneaux

L’assaggio

Era giunta l’ora degli assaggi:

Pigne Gialle 2020. Percorso in inox. Vermentino, Trebbiano, un 10% di Moscato e Malvasia per un vino molto interessante. Difficile da definire se non che rispecchia in pieno la filosofia del produttore. Chi si aspetta un vermentino ne rimarrà deluso. Non di facile beva, da centellinare e parlare;

– Segale 2018. Prodotto nella zona di San Macario in Monte con uva Sangiovese prevalente. Presenti in quantità minori Ciliegiolo, Canaiolo, Syrah, Moscato rosa, Aleatico e altre cultivar locali. Affinamento per 10/12 mesi in legno. Regala sensazioni sapide; c’è più grinta che grazia con un finale tonico e vitale. Promettente in una futura evoluzione.

Colle delle 100 bottiglie. Vini

Pigne Bordò 2018. Prodotto nella zona della Maolina con una prevalenza  di uve Sangiovese e Canaiolo. Presenti altri uvaggi in quantità minori quali Moscato d’ Amburgo, Ciliegiolo, Aleatico e altre varietà locali preservate nei vecchi vigneti. Affinamento in parte in inox e in parte in legno. Questo millesimo ha colpito nel segno: un vino “lucchese” che guadagna tensione, mineralità e persistenza.

Vin Santo, trebbiano e malvasia. Se vi aspettate il solito Vin Santo rimarrete delusi. Questo è unico. Ricorda in parte il classico, in parte un liquoroso come il “porto”. Da assaggiare e parlarne.

Colle delle 100 bottiglie. Un progetto figlio dell’ambizione di Roberto Nannini per realizzare prodotti che siano l’espressione di una campagna curata se possibile come un giardino.

Poter dire un giorno ‘nei nostri giardini cresce l’uva’ sarebbe un vero orgoglio”.  Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata l’8 febbraio 2022

Colle delle 100 bottiglie
Via Bevilacqua 100
Località Maolina- Lucca
Cell: 3924636248

info@colledelle100bottiglie.com

www.colledelle100bottiglie.com