Clos Figueras vigneti

Da più di 2000 anni nel Priorat si fa vino. Essendo vicino all’antica capitale romana della penisola iberica, Tarraco (Tarragona), non sorprende che i vigneti esistano nella regione da così tanto tempo.

Si ritiene che molti dei terrazzamenti superstiti siano stati inizialmente costruiti dai Romani.

Poi sono arrivati i Monaci Certosini e sappiamo quale logica avessero imposto sul territorio da loro amministrato. Con loro non solo vino ma anche ulivi, mandorli e nocciole.

Clos Figueras. Insieme a Miguel

Oggi nel Priorat si racconta di quella serie d’incontri avvenuti negli anni ’80 del secolo scorso tra Cristopher Cannan, Alvaro Palacio, René Barbier e Robert Parker.

Un rappresentante di import-export, due coltivatori del Priorat, vignaioli selvaggi fondatori del movimento “new wave” e l’allora direttore di “The Wine Advocate”. Risultato: dopo la pubblicazione con punteggi eccezionalmente alti  la critica mondiale e non solo, prese atto di ciò che stava accadendo in questo angolo remoto della Catalogna.

Da allora Europvin (Cristopher Cannan) esporta vini del Priorat in numerosi paesi del Nord America e dell’Asia. I numeri ci ricordano che la produzione si avvale di oltre 2000 ettari e 96 bodegas spediscono i loro vini in tutto il mondo.

Clos Figueras, la bodegas visitata

Clos Figueras ha un vigneto spettacolare, con il classico terreno llicorella (nome catalano di un tipo di suolo speciale di ardesia a foglie piccole), in un unico pezzo, appena a nord della cittadina di Gratallops, che domina la valle del fiume Montsant.

Clos Figueras. Llicorella (ardesia)

La proprietà è stata acquistata nell’ottobre 1997 da Charlotte e Christopher Cannan su raccomandazione di Réné Barbier. All’acquisto iniziale di 10 ettari di terrazzamenti abbandonati è seguita una nuova acquisizione nel 2000, che completa la tenuta di 18 ettari.

Il vigneto originario comprendeva un piccolo appezzamento di vecchie viti Carinyena (non chiamatela Carignan) e Garnatxa (termine catalano indicante la Garnacha spagnola). Completato nel 1998 con piantagioni di più Garnatxa e una piccola quantità di internazionali Syrah, Cabernet Sauvignon, Mourvedre e Viognier.

Con la nuova acquisizione del 2000 sono arrivate 2500 vecchie viti di Carinyena e Garnatxa, di oltre 60 anni. Altre viti sono state piantate nel 2001, tra cui alcuni Grenache Blanc, Chenin Blanc e Touriga Nacional.

Essendo aperta alla Valle dell’Ebro, la tenuta beneficia delle fresche brezze che salgono dal Mediterraneo, rallentando la maturazione dell’uva e di enorme beneficio per la qualità e lo stile dei vini prodotti.

Circa 135 ulivi, alcuni di oltre 300 anni, contribuiscono alla produzione del magnifico Olio Extravergine di Oliva Clos Figueres. Tra l’altro degustato.

Clos Figueras

Fu con la vendemmia 2000 che vennero prodotti i primi vini seri, il Clos Figueres 2000 e il Font de la Figuera Tinto 2000 che furono apprezzati dalla stampa specializzata. Con l’annata 2001, Clos Figueres ricevette 96 punti da Robert Parker; l’inizio della rapida ascesa della bodegas e del Priorat.

La cantina?

Un pollaio in disuso, convertito e pronto per la vendemmia 2002 con un’ideale cantina umida sotterranea sotto l’edificio attiguo.

Oggi vengono prodotti sei vini tra rossi, bianchi e un fortificato. Questi gli assaggi guidati da Miguel che ha esordito così: ”Noi beviamo il Priorat non i vitigni del Priorat”.

  • Clos Figueres 2019, vecchie vigne di 60-80-90 anni. Garnatxa, Carinyena. Microvinificazione in botti aperte da 500 litri. Affinamento oltre 14 mesi sempre in tonneaux di primo e secondo passaggio di rovere francese. Seppur giovane ha mostrato subito un profilo nobile e austero di sottile mineralità dovuta al llicorella. Eccellente, voto 90/100;
  • Clos Figueres 2018. Si sale di un gradino nella scala dell’eccellenza. Succulenta eleganza. Eccellente, voto 91/100;
  • Clos Figueres 2015. Gran bella bevuta. Ha sfoggiato una trama di rimandi incantevoli. Chapeau! Eccellente, voto 93/100;
  • Font de la Figuera Tinto 2021. Assemblaggio di Garnatxa, Carinyena, Syrah e Cabernet Sauvignon. Vinificazione in botti da 25hl seguita da 12 mesi in botti nuove da 500 litri. Giovanissimo, in fase di assestamento. Aspettiamolo;
  • Font de la Figuera Tinto 2020. Un anno, nel sorso, ha fatto la differenza. Energia, sensualità e vigore. Ottimo, voto 89/100;
  • Clos Figueras. Ingresso in cantina

    Font de la Figuera Blanc 2021. Per tutti coloro che pensano che nel Priorat si producano solo vini rossi. Viognier, Garnatxa blanca, Chenin Blanc. Fermentazione in inox, affinamento in legno per poi essere assemblato nuovamente in inox. Un gran bel bianco alla francese. Titolo alcolometrico volumico (tav) rilevante 15,5%. Nonostante la giovane età entra da subito nelle eccellenze. Voto 91/100;

  • Serras del Priorat Tinto 2021. Garnatxa, Carinyena, Syrah e Cabernet Sauvignon. Fermentato in tini da 25hl ed affinamento in tonneaux per 7 mesi. Il vino da tavola (!). Ottimo, voto 89/100; 
  • Serras del Priorat Blanc 2022. Solo Garnatxa Blanca. Anche questo vino da tavola (!). Il bianco solo inox, 14% di tav, munito di bella vivacità e ottimo equilibrio al palato. Eccellente 90/100;
  • Swet Clos Figueras 2022. Il “dolce” della Bodegas. Garnatxa Negra al 100%. 16,50% di tav. 80% di zuccheri residui. Macerazione e fermentazione a temperatura bassa. Saturata la fermentazione con alcool, affinamento per 6 mesi in inox. Risultato un ottimo vino da dessert. Perché non da meditazione?

“Los caminos del Priorat te permiten disfrutar del paisaje, desde dar un paseo entre viñedos, de pueblo en pueblo, hasta adentrarte en espacios naturales protegidos, como la majestuosa Sierra de Montsant.  Caminos del vino, Caminos del aceite”. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 20 marzo 2023

Clos Figueras
Carrer de la Font, 38
Gratallops (Tarragona-Spagna)
Tel: 0034627471732

info@closfigueras.com

www.closfigueras.com