In un mio recente viaggio nella Linguadoca e più precisamente nella parte occidentale del Minervois, ho visitato Clos Centeilles, Domaine gestito a livello familiare da madre e figlia.
A ricevermi Cécile Delucchi, figlia della fondatrice Patricia Boyer-Domergue.
La tenuta vinicola Clos Centeilles si trova nel cuore del Cru La Livinière, il primo cru della Linguadoca riconosciuto dal 1999. Vero e proprio scrigno naturale composto da 12 ettari di vigne e 8 ettari tra ulivi, boschetti, mandorli, capitelli, querce tartufigene.

Ventitré varietà di vitigni, in gran parte autoctoni, alcuni dimenticati, fanno del Clos Centeilles un conservatorio del patrimonio storico e genetico.
Bellissima la visione d’insieme dei vigneti terrazzati e circondati da muretti in un ambiente unico.
Unici anche i sistemi di allevamento: a calice o a cordone Royat e una simile alla nostra Lira (doppio piano di allevamento).
La protezione fitosanitaria è ampiamente agevolata da una serie di misure profilattiche che riducono sensibilmente la pressione delle malattie.
“Il nostro approccio alla viticoltura è assimilabile alla cosiddetta agricoltura sostenibile o ragionata, senza però appartenere ad alcun gruppo ufficiale. Tutte le nostre annate, ciascuna con la propria personalità, sono concepite per essere un’espressione spontanea e schietta dell’unica realtà che sembra interessarci in viticoltura: quella dell’uva nel suo terroir”. Così Cécile mentre calpestiamo le sue vigne.

Le uniche preoccupazioni sono riassunte in cinque punti guida, ovvero:
1- raccogliere l’uva il più matura possibile;
2- trasportarla in cantina velocemente;
3- effettuare la diraspatura totale;
4- dopo la pressatura iniziare la fase fermentativa in tini di piccola capacità costruiti in rovere ungherese;
5- effettuare periodi di macerazione molto lunghi, da 3 a 8 settimane a seconda delle varietà di uva e degli obiettivi ricercati.
“Queste vinificazioni, basate su un’armoniosa combinazione di vitigni/terroir e su tecnologie adattate, consentono di ottenere vini capaci di resistere fino a più di 10 anni di invecchiamento con, in alcune annate, risultati eccezionali”.

Solo le uve di Carignan da vecchie vigne, seguono un iter produttivo diverso: vinificazione con una “vera” macerazione carbonica, cioè senza solforosa aggiunta né lieviti, ma con continui salassi dei succhi di sgrondo. A differenza delle annate realizzate con la diraspatura e la pigiatura, il tempo di fermentazione in vasca è qui molto breve (da 1 settimana a 10 giorni circa) per ottenere frutto e una certa finezza di tannini.
E la degustazione finale?

– Le Carignanissime, Aoc Minervois, Carignan 100%, macerazione carbonica, 2021. Ottimo, 88/100;
– Le Campagne, Aoc Minervois, Cinsault 100%, 2020. Ottimo, 89/100
– Le Capitelle, Aoc Minervois, Cinsault 100%, solo inox, 2011. Eccellente, 91/100;
-Le Clos, Cru la Livinière, assemblaggio di Syrah, Grenache, Mourvedre. Antiche vigne, barriques, 2016. Eccellente, 90/100;
– Le “C” Blanc, Igp Cotes du Brian, rari vitigni: Riveyrenc Blanc-Riveyrenc Gris-Araignan Blanc, 2019. Ottimo, voto 88/100;
– Le “C” Blanc, Igp Cotes du Brian, rari vitigni: Riveyrenc Blanc-Riveyrenc Gris-Araignan Blanc, 2014. Eccellente, 90/100;

– Le “C” Rouge, Aoc Minervois, rari vitigni a bacca nera: Morrastel Noir-Riseyrenc Noir-Verdal-OEillade Noir et Picpoul noir, 2018. Ottimo, 89/100;
– Le Mosaique, Igp Cotes du Brian, nove vitigni a bacca bianca, 2020. Buono, 86/100;
– L’Erme, vendemmia molto tardiva a dicembre, Grenache Gris, 2008. Da meditazione!!!
Urano Cupisti
Visita effettuata nel mese di Marzo 2025
Clos Centeilles
Siran-Minervois – Tel: +33 (0)468915218