Una mistica visione dell’eccellenza vitivinicola

Un’antica tradizione arrivata ai tempi nostri come Storia finale di epiche battaglie che vuole al mattino, a mezzogiorno e alla sera il rintocco delle campane a ricordo della vittoria dei francesi su gli ottomani a Saint Empire, nel 1456.

Una tradizione che nel tempo ha significato anche l’inizio del lavoro nei campi, la “pausa-pranzo” e il ritorno alle proprie case. Una usanza che riscontriamo in buona parte del mondo anche se, a volte, non sono le campane ma il richiamo del muezzin dall’alto del minareto o del sacerdote indù dalla sommità del tempio. Riti comuni a dettare i tempi della giornata solare.

Nel Bordeaux e più precisamente nella piana di Saint-Émilion questo rito fu chiamato “rito dell’Angelo” o meglio “la prière de l’angélus”.

Oggi, in quell’area, ancora è confermata la tradizione. Ma a suonare la prière de l’angélus è uno scintillante carillon composto da diverse campane più o meno grandi (per dare rintocchi musicali) posto alla sommità di Château Angélus. E alle 10 di un mattino brumoso di Aprile furono i rintocchi di quel carillon ad annunciare la presenza di un piccolo gruppo di italiani in visita allo Château. Non fu una delle tante preghiere mattutine ad invadere, inondare con note musicale, la vallée; ma l’Inno di Mameli. E, al di là di tutto, fu un momento commovente: benvenuti a Château Angélus.

Ad accoglierci Laurent Benoit, addetto alle relazioni pubbliche, che ci guidò alla scoperta di questa eccellente realtà della riva destra della Dordogna.

“Lo stile Angélus è il matrimonio tra vitigni “audaci” e un territorio d’eccezione”. Questo l’inizio di una conoscenza che travalica gli insegnamenti fin qui avuti sui vitigni e i territori del Grande Bordeaux.

Cabernet Sauvignon e Cabernet Franca nella riva sinistra della Gironda (Medoc), Merlot nella riva destra della Dordogna (Pomerol e Saint-Emilion) e i bianchi Semillon e Sauvignon Blanc nella riva sinistra della Garonna. Ma è veramente così?

Intanto ricordiamo anche la presenza significativa del Petit Verdot e varie enclave dove terreni argillosi si sovrappongono a calcare e sabbia. Ed allora troviamo il Cabernet Franc primeggiare accanto al Merlot nella Côte sud di Saint-Emilion riorchestrando ogni anno le cuvée dei grandi vini della Rive droit de la Dordogne. Tra questi lo stesso Château Angélus che lascia al suo terzo vino, N°3 d’Angelus, portare avanti la tradizione che vuole questo particolare territorio vocato al Merlot.

Il vino top di gamma Château Angélus Premier Grand Cru Classé < A>, pur variando ogni anno le percentuali dei vitigni Merlot e Cabernet, oggi si avvicina sempre più al 50 e 50, ricordandoci più la complessità delle produzioni che l’immagine, icona di una storia vitivinicola tramandata e imposta nel tempo.

Un grand terroir est plus complexe qu’on ne l’imagine.

Les cépage répartis en fonction des sols: Merlot sur la côte (plus argileuse) et Cabernet Franc sur les sols sablo-argilo-calcaires du pied de côte.

I vitigni ripartiti in funzione dei terreni : Merlot sulla costa più argillosa, il Cabernet Franc su terreni di natura sabbiosa-argillosa e calcarea nella valle: La nuova lettura dei Vini di Saint-Émilion.

I nostri assaggi magistralmente guidati da Laurent Benoit:

Château Bellevue 2012, un’altra realtà del gruppo Angelus. Un rosso di grinta, pronto per il consumo, aggraziato, elegantissimo tanto da meritarsi l’eccellenza: voto 91/100
Le Carillon d’Angelus 2012, blend di Merlot 50% e Cabernets 50%. Quasi intimidatorio nel colore questo secondo vino di gamma che richiama la consuetudine bordolese di queste parti. Trama fine con estrazione tannica misurata. Un gran bel vino meritevole dell’eccellenza. Voto 92/100
Angelus Premier Grand Cru Classé <A> 2011. Merlot 60% e Cabernets 40%. Qui lo Château cala l’asso. Il vino si conferma all’apice dei Grand Cru di Saint-Emilion regalandoci una esperienza gustativa di prim’ordine. Il colore eccitante, il tocco olfattivo armonioso e misurato tra i secondari e terziari, il sorso che ci trascina alla contemplazione. Dare un voto sarebbe riduttivo. Meritevole dell’impero dei sensi. Chapeau!

Quel rintocco dell’Angelus, in una mistica visione dell’eccellenza vitivinicola: esaltazione dei sensi.

Urano Cupisti

 

Nelle foto, dall’alto:

Le Carillon

Laurent benoit racconta

I vini assaggiati