“Nato nel 1924 dal sogno vitivinicolo di Amédée Rousseau, imprenditore visionario e innovativo, Château des Jacques adottò fin dalle sue origini una filosofia Haute-Couture, in cui la mano dell’uomo agisce in armonia con l’ambiente vivente. Fu acquisita nel 1996 dalla Maison Louis Jadot, che ne mantenne l’identità impegnandosi nel rispetto dell’ambiente”. Questo l’inizio di una lunga conversazione con la responsabile commerciale Geneviève Bonifacio. Punto d’incontro come inizio visita, i vigneti di proprietà posti sotto il Moulin a Vent, simbolo dell’intero territorio del Beaujolais.
Lo Château, dimora borghese è situato nel luogo denominato “Les Jacques”, a Romanèche-Thorins dal 1679.
Ma è dal 1996, l’anno in cui iniziò ad opera di Louis Jadot, il processo durato alcuni anni per liberare l’intero territorio dal radicato convincimento che Beaujolais significasse Vino novello. La sfida della nuova proprietà era “arrivare a mantenere una visione di eccellenza”. Una nuova boccata d’aria fresca.

Oggi si parla di Beaujolais (13.500 ettari) come mosaico di terroir.
Vero che fa parte della Regione Borgogna-Franca Contea, ma rivendica una sua autonomia dovuta a terreni unici, diversi, composti principalmente da granito rosa, dove il vitigno Gamay si erge a vitigno nobile.
“La sua buccia delicata offre tannini setosi, il suo frutto vibrante produce vini seducenti e la sua vivacità offre un evidente potenziale di longevità. È anche l’unica pianta capace di esprimersi sui terroir aridi del Beaujolais”. Aggiunge Geneviève alla mia riflessione storica.
“Lo Château des Jacques è risolutamente orientato verso un approccio biologico senza dogmatismo e con armonia. I metodi di coltivazione sono in continua evoluzione. I 69 ettari di vigneto dello Château des Jacques si estendono principalmente su Moulin-à-Vent, Morgon e Fleurie”.

La vinificazione
“Raccolte a mano, le uve vengono trasportate in piccole casse da 20 kg in cantina. Vengono fatte passare su un tavolo vibrante, eliminando eventuali chicchi secchi e presenza d’insetti. Dopo la diraspatura, gli acini vengono posti principalmente nei tini di cemento per gravità. Poi inizia la vinificazione, che avviene in modo graduale senza alcuna aggiunta esterna e nel giro di diciotto-venticinque giorni, i lieviti trasformano un’uva ben matura in un vino perfettamente estratto.

Alcuni vini affinano in barriques. La capacità di invecchiamento dei vini dello Château des Jacques è pari a quella delle migliori annate della Borgogna. Da due a quattro anni in bottiglia consentono di raggiungere la loro maturità”.
La degustazione
– Beaujolais Blanc 2023, Chardonnay. Inox. Ottimo, voto 88/100;
– Moulin a Vent 2021. Assemblaggio di 8 parcelle di Gamay. Ottimo, voto 89/100;
– Moulin a Vent 2020. Clos de Rachegrès. Affinamento in barriques. Ottimo, voto 89/100;

– Morgon Côte du Py, 2020. Affinamento in barriques. Ottimo, voto 89/100;
– Moulin a Vent Clos du Grand Carquelin 2007. Barrique. Ottimo, voto 89/100;
– Moulin a Vent 2015. Barrique. Eccellente, voto 90/100;
– P.F. 1° Cru Pouilly-Fuissé. Chardonnay. Inox. Eccellente, voto 91/100;
ed infine l’assaggio di cui parlerai sempre: Moulin a Vent 1990 Clos de Rochegrès. Eccellente, voto 93/100!!! Chapeau!!!

Urano Cupisti
Visita effettuata nel mese di Marzo 2025
Château des Jacques
147, Rue des Jacques – Romanèche-Thorins
Tel +33 38535164