Maison Egly Ouriet

Champagne Brut Blanc de Noirs Grand Cru Vieilles Vignes ‘Les Crayères’ Egly Ouriet, degorgement 2005 e 49 mois sur lie.

Egly Ouriet è una piccola maison, nata negli anni Quaranta, nella zona della Montagne de Reims, regno del pinot noir, con circa 11 ettari vigneti che si estendono nei comuni di Ambonnay, Bouzy e Verzenay, dove si produce per il 70% pinot noir, ma anche chardonnay che viene utilizzato per gli assemblaggi e pinot meunier.

Il Pinot meunier viene coltivato in una vigna Premier Cru di circa due ettari che si trova a Vrigny, da cui nasce uno dei primi champagne pinot meunier in purezza messo in commercio. Egly-Ouriet è tra le pochissime aziende a produrre pinot noir in purezza  esaltando le caratteristiche di questo vitigno nel territori di Ambonnay in cui ha la sua massima espressione.

Le uve da cui nasce il Blanc de Noir provengono da una vigna  “Les Crayeres” impiantata nel 1946 dove appena sotto 30 cm di terra si trovano le stratificazioni gessose  (craie) che riflettono i raggi del sole e rilasciano calore alla pianta nelle ore notturne, permettendo l’assorbimento dell’acqua in eccesso e donando all’uva un gusto particolarmente minerale, portando nel calice tutta l’unicità di questo terroir.

La filosofia aziendale dettata da Francis Egly, è basata sul rispetto dell’ambiente, sulle più radicate tradizioni che prevedono di intervenire artificialmente il meno possibile per dare modo alle uve di esprimersi al meglio, infatti anche il dosaggio zuccherino dopo la sboccatura è sempre il minimo indispensabile.

La degustazione

Una serata come tante, dove si stappa una bella bottiglia con l’auspicio di vivere un’emozione: è la volta di Champagne Brut Blanc de Noirs Grand Cru Vieilles Vignes ‘Les Crayères’ Egly Ouriet, degorgement 2005 e 49 mois sur lie.

Non so se quella che ho vissuto sia stata un’esperienza reale, un’allucinazione o un mix delle due cose, mi son svegliato in assenza di spazio temporale e ancora con il calice in mano. Tutto è iniziato dopo aver osservato il vino versato nel calice, che era di un particolarissimo colore oro antico con riflessi ambrati, molto luminoso, con un perlage finissimo che mi invitata a “ conoscerlo”, ho quindi subito portato il vino al naso…

In quel momento, proprio come accade nei film hollywoodiani che raccontano gli ultimi momenti prima della morte, dove si vede tutta la propria vita scorrere davanti agli occhi, ho visto tutta l’evoluzione di questo champagne dalla sua giovinezza al suo ultimo respiro!

I primi sentori ad arrivare sono quelli di agrumi, di frutta tropicale che ricordano la freschezza avuta in gioventù, ora ancora presenti ma trasformati, sono infatti canditi, a seguire si distingue una pesca disidrata, della camomilla, del miele di castagno, della frutta secca, nocciole e mandarle. Il naso è quindi complesso, elegante, raffinato. Anche le note di lievito, che ricordano la pasticceria francese, sono delicatissime.

Al palato una bollicina finissima, piacevole, di quelle che si “sciolgono in bocca” esalta i raffinati aromi dati dal pinot noir. Il flashback è immediato e ci riporta alla fragranza dei frutti rossi, poi l’immagine di quel magico terroir fatto di strati di gesso che dona questa grande mineralità, il tutto rende questo vino particolarmente attraente, armonioso e complesso fino al suo “ ultimo respiro”.

Uno champagne che mi ha dato tutto il meglio della sua “vita” in pochi minuti e lasciato di stucco per una morte per me non annunciata.

Cogliere la vita in ogni respiro, la morte nella bellezza del suo istante!

VOTO: 95/100

Emiliano Penco