Degustazione organizzata dalla FISAR Delegazione Roma e Castelli Romani nella sede dei corsi a Velletri con 9 produttori e la Strada del Vino Cesanese

Un grande vitigno autoctono, alcuni produttori che hanno lavorato per riproporlo ad alti livelli, un territorio poco conosciuto e un’associazione di sommelier che sceglie di puntare sul locale. Nasce così la serata dedicata al Cesanese e organizzata dalla FISAR Delegazione di Roma e Castelli Romani a Velletri, grazie all’ospitalità dell’unità operativa per l’enologia del CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura), ovvero la famosa Cantina Sperimentale dove già si svolgono i corsi di formazione per diventare sommelier FISAR.

L’appuntamento ha visto riempirsi l’aula magna dell’istituto di ricerca, oltre 50 partecipanti hanno degustato con la guida di Antonio Mazzitelli della FISAR e le spiegazioni di alcuni dei produttori delle 9 etichette protagoniste della serata. Qualcuno purtroppo mancava, la vendemmia e i suoi postumi sono ancora in corso sulle colline di Affile e Piglio a sud-est di Roma, ma è emerso quel carattere unificante dei pionieri, la scelta cioè di far parte di un gruppo che lavora nella stesa direzione, mandando avanti una volta uno e quella dopo un altro.

Quando non c’era il produttore del vino degustato ecco intervenire quindi, soprattutto, Maria Ernesta Berucci, giovane figlia d’arte in tema di vino e produttrice anch’essa, che ha però parlato con dovizia di particolari di ognuna delle aziende assenti grazie al suo ruolo fondamentale nell’Associazione Strada del Vino Cesanese. Buona impostazione di fondo quindi, giusta scelta di qualità rispetto alla quantità e un vitigno che nonostante le difficoltà di allevamento e soprattutto “svolgimento” in cantina può davvero essere classificato come grande.

Parliamo del Cesanese di Affile, che è alla base della prima DOCG del Lazio (Cesanese del Piglio, DOC dal 1973 e DOCG dal 2008), in purezza o in uvaggio con altre tipologie (Cesanese cosiddetto comune ecc.) mentre in zona sono prodotti anche il Cesanese di Affile DOC e il Cesanese di Olevano Romano DOC. Meno di 200 ettari complessivi su terreni collinari che si nella parte nord della provincia di Frosinone, suoli diversi per risultati anch’essi non del tutto omogenei che se da una parte fanno la ricchezza in varietà dall’altra – come per altri vini – possono essere anche un rischio a causa della poca riconoscibilità.

Altro esempio di grande interesse è quello della Cantina Sociale Cesanese del Piglio, nata negli anni 60 e tuttora punto di riferimento di molti produttori che hanno deciso di investire in vigna piuttosto che in microimpianti singoli, lasciando alla collaborazione e alle diverse possibilità di una struttura centrale il compito di vinificare e imbottigliare. Non mancano ovviamente aziende che fanno tutto in proprio, ma l’esempio è sicuramente positivo per numerosi territori che invece sono frenati proprio dalla mancanza di condivisione dei progetti. Un totale di 650.000 bottiglie per il Cesanese del Piglio DOCG, di queste poco meno della metà (310.000) prodotte nella cantina sociale.

Infine la scelta di credere davvero nella “Strada” di riferimento, che raccoglie 22 produttori e che ha messo in campo diverse iniziative, non ultima quella del tram che incentiva l’enoturismo in questa splendida area ancora quasi o del tutto sconosciuta al grande pubblico. Natura e tradizione sono le ricchezze di queste colline e con la Strada del Vino Cesanese ci sono molte possibilità che qualcuno se ne accorga.

La degustazione, come detto, si basava su nove etichette, tutti Cesanese del Piglio DOCG tranne un Cesanese di Affile DOC. Di seguito un piccolo resoconto delle impressioni per ciascun singolo vino con evidenziate un po’ le “tipologie” alle quali sembravano rimandare i vari stili. Non tutti esattamente locali, pur parlando comunque di vini ben fatti.

 

“Bivi!” Cesanese del Piglio DOCG 2013 – Azienda: Maria Elena Sinibaldi – Loc.: Paliano

Piacevole, immediato, con sentori di frutta e fiori di bosco. Splendido il commento della Sinibaldi in merito alla localizzazione del vigneto da cui nasce questo vino, perfetto già all’epoca dei suoi nonni: “Qui la vigna viene soffiando”

 

“San Magno” Cesanese del Piglio DOCG 2012 sup. ris. – Azienda: Corte dei Papi – Loc.: Anagni

Un vino moderno, si sente il legno piccolo e lo stile internazionale. Piacevole e ben fatto per quanto poco “autoctono” nel gusto

 

“Romanico” Cesanese del Piglio DOCG 2012 sup. – Azienda: Coletti Conti – Loc.: Anagni

Elegante al naso con sentori di frutta matura, tanto intenso negli aromi che poi in bocca i tannini sembrano essere ancora un po’ troppo presenti. Sicuramente migliorerà con gli anni.

 

“Vajoscuro” Cesanese del Piglio DOCG 2010 ris. – Azienda: Giovanni Terenzi – Loc.: Serrone

Tante spezie per questo vino di uno dei produttori storici della zona. Si tratta quasi di un “cru” per la selezione della vigna, Vajoscuro appunto, e quindi buon esempio generale.

 

Gaiano Cesanese di Affile DOC 2010 ris. – Azienda: Colline di Affile – Loc.: Affile

Vigne giovani per questo vino che rappresenta forse più di altri il gusto dei Cesanese di una volta. Buoni sentori mentolati e freschezza in bocca, beva molto piacevole.

 

L’Onda Cesanese del Piglio DOCG 2010 sup. – Azienda: Manfredi Opificio – Loc.: Piglio

Vecchie vigne coltivate in parte ad alberello, basse rese per un prodotto di nicchia con buoni sentori balsamici insieme a quelli tipici della mora e della viola.

 

Agape Cesanese del Piglio DOCG 2010 sup. – Azienda: Petrucca e Vela – Loc.: Piglio

Solo acciaio per questo vino che ha in evidenza ancora forti i tannini, mentre al naso ha bisogno di aprirsi con lentezza rilasciando comunque buoni sentori tipici.

 

Bolla di Urbano Cesanese del Piglio DOCG 2010 ris. – Azienda: Pileum – Loc.: Piglio

Tutte donne al vertice di questa azienda giovane ma con buone prospettive, il Cesanese “Bolla di Urbano” richiama la storicità dei luoghi ma per il momento è poco persistente in bocca nonostante l’ottimo naso e la beva piacevole.

 

Antiqua Cesanese del Piglio DOCG 2010 – Azienda: Casale Verde Luna – Loc.: Piglio

Un vino dalle due facce, con sentori morbidi e internazionali di vaniglia e mora al naso, che lasciano però inaspettatamente il posto a un gusto più austero e tradizionale. Se stessimo parlando di matematica avremmo un prodotto disomogeneo, ma trattandosi di vino ha il suo perché.

Fabio Ciarla