Castel del Piano. I Vini assaggiati copia

Un torrente tumultuoso, chiassoso (Taverone), una cittadina (Licciana Nardi) composta da numerose frazioni che costellano la parte centrale della valle, l’Appennino Tosco-Emiliano scavalcato dal Passo del Lagastrello (1.200 m.s.l.m.) sovrastato dalla cima del Monte Malpasso e dal Lago Paludi, i numerosi Castelli e ruderi Malaspiniani a dimostrazione della lunga presenza ed egemonia dei Malaspina, la via del Volto Santo (una diramazione della più nota via Francigena) e i vigneti rigogliosi adagiati su pianori soleggiati.

Questi gli elementi di un puzzle che si rivelò convincente nel 2000 per i coniugi “lombardi” Sabina e Andrea Ghinazzi. Lasciare tutto e cambiare vita è il privilegio di chi ha coraggio e un sogno da seguire. Una sfida aperta: per farcela occorrono gli stimoli giusti. Ritrovati in quel puzzle.

Castel del Piano. Il Castello oggi

Come una favola o meglio una storia uscita dalle pagine scritte da Lorena Lombroso “Io autosufficiente. Lascio tutto e vado a vivere in campagna”. (Grabaudo Editore).

Nasce così l’azienda Castel del Piano: Castello per la presenza del manufatto dei Malaspina, Piano a ricordare la frazione di Licciana Nardi.

“Situato nella Valle del Torrente Taverone, in un ambiente ricco di natura e di storia, il piccolo Castello dei Malaspina è un frammento della Lunigiana medievale, che ci è pervenuto con tutta l’atmosfera del suo glorioso passato”. Così l’accoglienza di Sabina.

“Dopo anni di abbandono rivive una nuova giovinezza mantenendo ancora la sua funzione di salvaguardia del territorio con i boschi, vigneti e uliveti”.

– Andrea, parlami dei vitigni allevati.

“La Lunigiana è il territorio più ricco d’Italia per vitigni autoctoni. Per secoli è stata terra di passaggio di genti e merci (Via Francigena, Via del Sale e quella recentemente battezzata via del Volto Santo) e forse proprio questo ha arricchito il patrimonio viticolo. I vitigni  lunigianesi sono oggetto di studio da parte dell’Università di Pisa.  

Vermentino Nero, Pollera, Marinello, Groppello, Durella, Albarola, Uslina, Lugliesa, Bracciola, Barsaglina, Caloria, Luagda, Pinzamosca, Verdella, Varano bianco e altri. Personalmente mi sono limitato al Vermentino Nero, Pollera e Durella affiancandogli Merlot, Chardonnay, Canaiolo (uva merla), Pinot Grigio e Pinot Nero. Quest’ultimo in particolare con risultati sorprendenti. Pluripremiato”.

La coltivazione?

Manteniamo biodiversità: il vigneto è costituito da otto varietà di uve con inerbimento spontaneo, circondato da siepi di arbusti nativi, ulivi, bosco e castagneto. Ma la cosa più importante è il suolo. La sua vitalità viene mantenuta e incrementata con l’utilizzo del nostro compost”.

Castel del Piano. La cantina con Andrea

– L’ambiente?

“Anticamente il torrente Taverone era sicuramente molto impetuoso, a giudicare da quello che è rimasto del suo letto: un profondo deposito di sassi, limo e minerali. Sul bordo del “gradino” naturale formatosi nel tempo,  si trova il nostro vigneto. La vicinanza del torrente e l’orientamento della valle in direzione del mare creano un microclima molto particolare: giorni molto caldi e luminosi e notti fredde e asciutte caratterizzano il periodo di maturazione delle uve”.

– Cosa significa per te fare “vino naturale”?

“Da un’uva sana ed espressiva, ottenuta da un buon lavoro in vigna (come dire il vino si fa in vigna n.d.r.), ottenere un ottimo vino è un fatto lineare. L’importante è accompagnare la fermentazione spontanea con molta cura ed attenzione. Il vino deve essere lo specchio del territorio dove viene prodotto, modulato nelle sue sfumature dall’andamento delle stagioni”. Aggiungo io bisbigliando a bassa voce:  e dalla mano dell’uomo perché il vino è opera dell’uomo.

– E dell’olio extravergine d’oliva ne vogliamo parlare?

“Il nostro uliveto ha un’estensione di circa 2 ettari, è posto su un poggio esposto a sud-est a 300 metri di altezza e gode di un  microclima ideale. Le varietà sono quelle tipiche della zona: Frantoio, Leccino e Moraiolo. Le olive vengono raccolte manualmente tra la metà di ottobre e la metà di novembre e frante entro 24 ore dalla raccolta. Seguono la selezione delle olive, la lavorazione a freddo e decantazione naturale per ottenere un olio di  particolare pregio. Caratterizzato da un profumo fruttato intenso con sfumature di erbe. Il sapore è gradevolmente piccante con note di mandorla amara”.

Castel del Piano. Vini assaggiati

Gli assaggi

Ne riporto 4, con schede di valutazioni, mentre per gli altri cinque riporto solo il punteggio.

– Pian Piano 2016. Chardonnay, Pinot Grigio, Durella gentile. PianPiano come dire che nel fare il vino non si deve avere fretta. Esce dalla cantina dopo un anno sui lieviti e un lungo affinamento in bottiglia. La Durella Gentile è un vitigno dotato di una freschezza naturale: i suoi profumi di erbe aromatiche si sposano con la frutta e i fiori di Pinot Grigio e Chardonnay in un complesso aromatico raffinato. Il vino parte con una sottile ma persistente traccia floreale che prepara uno sviluppo lineare ma teso. Finale gradevolmente sapido. Ottimo 89/100;

Melampo Castel del Piano

– PepeNero 2016, Vermentino Nero. Vitigno molto raro, nel nostro podere dona al vino una speziatura insolita. Vinificato e affinato in acciaio per 6 mesi, resta in bottiglia per altri 6. Freschezza e agilità. Finale vibrante. Ottimo 88/100;

– Melampo 2016. Pinot Nero 100%. Un nome che richiama la mitologia greca e le favole nostrane. Il microclima della Valle del Taverone. Escursioni termiche giornaliere di più di 20 gradi.

Chi fosse legato allo stereotipo dei Pinot Neri chiusi e astringenti, assaggiando Melampo 2016 ha la possibilità di cambiare idea. Una versione in stato di grazia. Eccellente, voto 91/100;

– Marcolfo 2016. Merlot in purezza 100%. Una selezione speciale di Merlot – i grappoli migliori delle piante migliori – affinata un anno in barriques di rovere francese. Profondo e intrigante, non si può confondere con nessun altro Merlot.

Marcolfo Castel del Piano

Chi ama il Merlot e dà la giusta importanza a questo meraviglioso vitigno capace di sensazioni uniche, non può confondere Marcolfo con nessun altro Merlot. Potente, elegante, con un finale profondo e persistente. Eccellente 90/100.

Inoltre i seguenti 5 vini

– Luna Lies 2019, Vermentino Nero e Canaiolo. Buono, 85/100

– Durlindana 2020, Pollera vinificata in bianco. Buono 86/100;

– Claré 2019, Rosato da Pinot Grigio e Pinot Nero. Buono 87/100;

– Mattagna 2017. Pinot Grigio e Chardonnay con lunga macerazione Ottimo, 87/100;

– SassoMano 2015. Canaiolo 100% Buono 87/100.

Azienda Castel del Piano. Tornerò per gli assaggi dei progetti futuri che non mancheranno. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 13 luglio 2021

Azienda Castel del Piano
Via Piano, 10
54016 Licciana Nardi (MS) Lunigiana
Tel: 0187 47 55 33
Cell: +39 347 259 0109 | +39 339 899 22 99

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