Adanti: dove il Sagrantino e il Montefalco Rosso sono di casa

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Prosegue il mio tour in Umbria: siamo in una delle cantine storiche di Montefalco, l’azienda agricola Adanti che nasce negli anni Sessanta quando Domenico Adanti decide di comprare la villa di Arquata e ristrutturarla per dare vita ad una cantina che avrà come obiettivo la produzione di vini di alta qualità.

L’azienda si estende per circa 40 ettari di cui 30 dedicati ai vigneti e la restante parte agli uliveti, nella zona collinare di Arquata e di Colcimino, famose  sin dai tempi di Plinio il Vecchio che nel 50 d.c. ne tesseva le lodi, per  la qualità sia del vino che dell’olio.

Cantine Adanti

Le due zone sono caratterizzate da terreni molto diversi, infatti si hanno, da un lato, terreni argillosi e, dall’altro, sabbiosi, dove vengono coltivati grechetto e sagrantino, entrambi autoctoni e barbera, cabernet, chardonnay, merlot e sangiovese.

Il mio cicerone è stato Alessandro Albergotti export manager dell’azienda Adanti, che, dopo avermi raccontato la storia della cantina e mostrato sia la parte moderna dell’azienda che quella storica – caratterizzata da grandi botti, luci soffuse ed un pianoforte verticale posizionato al centro di una stanza che diventerà una bellissima sala degustazione – mi ha accompagnato nella degustazione dei vini prodotti:

Arquata Umbria Bianco IGT 2018

Montefalco Grechetto Doc 2018

Amanter Umbria Rosato IGT 2017

Cantine Adanti

Montefalco Rosso Doc 2015

Montefalco Rosso Riserva Doc 2014

Arquata Rosso IGT 2012

Montefalco Sagrantino Docg 2012

Montefalco Sagrantino Docg “Il Domenico” 2018

Montefalco Sagrantino Passito Docg 2010

La degustazione

Anche in questo caso sono andato a ricercare una vecchia annata trovata in una enoteca del territorio, Sagrantino di Montefalco Docg, Arquata 1999.

Tappo perfetto, bottiglia aperta tre orette prima della degustazione.

Cantine Adanti

Alla vista color rosso vivo impenetrabile con una leggera unghia tendente al granato, di una bella vivezza. Al naso si apre un bouquet affascinante, con note di more, piccoli frutti di bosco, ciliegie sotto spirito, sentori terrosi, nuances di china, spezie con un finale lunghissimo su tabacco.

Al palato denota grande struttura, è ampio, potente, caldo, denso d’aromi. Si ritrova tanta frutta rossa per poi spostarsi su note speziate importanti, la trama tannica è ancora molto presente, è un vino sempre giovane!

Sarà interessante riassaggiarlo tra dieci anni; fortunatamente le bottiglie in enoteca erano due, sono quindi certo di poter vedere come matura questo giovanotto. Voto 97/100

Emiliano Penco