Volastra, frazione del comune di Riomaggiore, lungo la strada che porta a Corniglia e Vernazza.
Siamo nel “paradiso” delle Cinque Terre, là dove la viticoltura è veramente “eroica”.
Il paese si trova a 300 mt di altezza con le vigne terrazzate a picco sul mare caratterizzate da muretti a secco. Quando arrivi nel borgo ti accorgi della sua urbanistica a forma circolare che segue l’andamento del colle su cui è adagiato.
Stretti carugi lastricati dove si affacciano le alte case colorate dai bei portali in pietra con bassorilievi datati nel tempo. Ed alla sera riunirsi con gli abitanti nello spiazzo di fronte al Santuario di Nostra Madonna della Salute risalente al XII secolo ed ammirare il tramonto.
Una volta luogo ideale per ricercare tradizioni, calma, quiete e tranquillità. Oggi un po’ meno. Anche Volastra è meta turistica degli escursionisti che calpestano i numerosi sentieri per raggiungere Manarola, Corniglia, Vernazza.
Cosa ci facevo a Volastra in uno splendido e caldo pomeriggio di metà maggio?
Avevo un appuntamento con un vignaiolo di quelle parti. Un mito del mondo vitivinicolo delle Cinque Terre: Luciano Capellini.
Carattere riservato, all’inizio quasi sfuggente (caratteristiche dei liguri), che nascondeva una persona profondamente appassionata al proprio lavoro. Una di quelle persone che vanno “prese per il verso giusto” e che poco a poco si sciolgono come la neve al sole.
Sperimentatore infaticabile, continuamente alla ricerca del radicamento territoriale per i suoi vini.
Oggi ben affiancato dal figlio Mirco e dalla nuora Laura. Quest’ultima, vero e proprio motore comunicativo improntato su visioni diverse, più aperte, in linea con le richieste di mercato.
Cambio generazionale in atto. Caro Luciano il mondo evolve e le sfide vanno affrontate con nuove visioni. I tuoi vini resteranno il punto di forza della proposta; alle nuove generazioni come presentarli e renderli comunicativi del territorio di provenienza.
“Siamo i Capellini. La nostra è una ricetta di famiglia. Nei millenni la coltivazione della vite ha permesso la produzione di vini elogiati da re, papi e poeti. Oggi noi, fieri di questa eredità, manteniamo vive le nostre radici”. Luciano docet.
Volastra nel cuore
La nostra famiglia da sempre vive a Volastra dove, ancora oggi, esiste quella cultura contadina che ne è il suo punto di forza.
Una passione che continua
Insieme a Luciano, dopo aver calpestato parte delle sue vigne, ritorniamo sui nostri passi, percorrendo il selciato dei carugi per visitare la cantina, proprio nel bel mezzo del paese.
“Qui trascorriamo gran parte del nostro tempo e produciamo vino come ci hanno insegnato i nostri nonni, usando tecniche di vinificazione oggi diverse ma tendenti agli stessi risultati”.
L’arrivo di Laura in azienda è coinciso con la graduale trasformazione digitale dell’azienda e, finalmente, coronare un sogno rimasto per tanti anni nel cassetto: un punto degustazioni in mezzo ai vigneti, proprio a picco sul mare così da raccontare i vini di fronte allo scenario delle Cinque Terre. Chapeau!!!
CIELO, SOLE, MARE, VIGNETI. Legami con il passato
“I terrazzamenti come li conosciamo oggi sono in realtà una caratteristica molto antica della zona. Alle Cinque Terre è molto difficile lavorare la vite; da qui il nome di “viticoltura eroica” che è stato attribuito proprio per le caratteristiche impervie del territorio dove tutto viene fatto ancora manualmente, in “gradoni” che risalgono a tanto tempo fa. Da un territorio impervio, faticoso da domare e da coltivare nascono vini intensi, sapidi, floreali e strutturati”. Così Mirco mentre stava preparando gli assaggi.
Gli assaggi
Cinque terre Bianco 2020. Uvaggio di Bosco, Albarola e Vermentino. Note aziendali. I grappoli vengono separati dal raspo e sono messi in una botte d’acciaio per 24 ore a freddo. La successiva pressatura avviene con un torchio a polmone, a pressione controllata. Il mosto viene quindi lasciato fermentare senza l’aggiunta di lieviti. Dopo l’ultima fermentazione naturale, verso giugno, data dall’innalzamento della temperatura ormai estiva che conferisce al vino un ulteriore affinamento amabile, si va all’imbottigliamento.
Le mie deduzioni. Naso irreprensibile con stuzzicanti effluvi marini e iodati. Sapidità del Bosco che risulta ben amalgamata con le sinuose morbidezze di Albarola e Vermentino. Un Cinque Terre che sale sul gradino dell’Eccellenza, voto 90/100;
Menestrun d’uva Rosso. 50% Sangiovese, Pollera Nera, Tettavacca, Vermentino Nero, Canaiolo e Merlot in uvaggio. Note aziendali: Secoli di vinificazione sono raccolti in questo vino a bacca rossa. Nei secoli i contadini cominciarono a coltivare anche le uve rosse, tante varietà che un tempo venivano usate per uso personale. Noi le abbiamo raccolte in questo vino chiamato «menestrun» proprio perché nasce da un mix di uve.
Sono i grappoli che arriveranno in cantina per ultimi, a fine vendemmia, dopo la raccolta e la lavorazione delle uve bianche. Pigiati i grappoli, finiranno in un recipiente dove inizieranno la fermentazione. Le bucce, non separate dal mosto, conferiranno colore; la follatura (immersione delle bucce nel mosto) si ripeterà per almeno due volte al giorno sino alla fine della fermentazione, per poi passare alla torchiatura e al riposo sino al momento dell’imbottigliamento.
Le mie deduzioni. Vino di facile beva da bere massimo nel corso del secondo anno dalla vendemmia. Tannini setosi duettano con i toni morbidi dell’assaggio. Vino “onesto”. Buono, voto 87/100;
Sciacchetrà 2019. Prevalenza di Bosco con aggiunta di Albarola e Vermentino. Note aziendali. Racconta una storia lontana, la stessa origine del suo nome deriva probabilmente da “shekar”, un termine molto antico indicante delle bevande fermentate. È il vino della festa, da offrire quando arriva un ospite gradito in casa. È un vino profumato, perfetto per meditare. Selezionati per primi durante la vendemmia, i grappoli destinati a diventare Sciacchetrà vengono delicatamente messi in appassimento per almeno due mesi. Durante questo periodo, ogni acino perde fino al 70% dei propri liquidi.
Le uve sono poste a passire sino al primo novembre in un ambiente asciutto e ventilato. Dopodiché vengono pigiate e lasciate fermentare per 21 giorni. Terminata la fermentazione, le uve sono separate dal vino e pigiate a mano. Solo il cuore infatti è destinato a divenire Sciacchetrà.
Le mie deduzioni. Lo Sciacchetrà di Capellini si è presentato “sublime”. Eleganti sentori di albicocca e miele di acacia, un sapore dolce, mai stucchevole. Dorato, ambrato con riflessi cangianti, intenso al naso, armonico e persistente in bocca. Come ebbe a dire D’Annunzio:” quel fiero Sciacchetrà che si pigia nelle cinque pampinose terre”. Da meditazione!
Vin de Gussa. Bosco, Albarola, Vermentino. Note aziendali. Il vin di buccia è il nostro ripasso. Un bianco che deriva dal recupero delle bucce dopo la pressatura dello Sciacchetrà. Le bucce vengono lasciate in una botte con la terza torchiatura del Cinque Terre Dop. Una lavorazione tipica della cultura del saper fare il vino, recuperando profumi e sapori del terroir delle nostre Cinque Terre.
Terminata la fermentazione dello Sciacchetrà le uve che hanno fermentato per ventuno giorni sono separate dal vino e pigiate a mano. Le bucce d’uva che così pigiate risultano ancora fortemente impregnate del mosto dello Sciacchetrà, sono poste sul fondo di una botticella su cui sopra viene versata una quantità di vino ricavato dalle nostre uve, di poco inferiore allo Sciacchetrà ottenuto in precedenza. Viene lasciato riposare per 18/20 ore poi pigiato e travasato.
Resta in botticella o damigiana per un affinamento di almeno 7/8 mesi.Verso la fine di agosto si effettua un controllo il cui esito decide se procedere all’imbottigliamento o, se necessario, procedere a un ulteriore periodo di affinamento.
Le mie deduzioni. Che dire. Mi sono trovato di fronte ad un vero e proprio defilè di sensazioni olfattive che descriverle servirebbero fogli, fogli, fogli. Sublime, celestiale, mirabile. Da meditazione!!!
Spesso si identificano i vini delle Cinque Terre con quelli legati a Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Spingetevi un po’ più su, spingetevi a Volastra per conoscere da vicino i vigneti didattici di Luciano Capellini e non ve ne pentirete.
“Da qui i racconti del passato, i vini del futuro”. Chapeau!!!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 14 maggio 2022
Cantina Capellini
Via Montello 240 B
Volastra-Riomaggiore (Sp)
Cell: +39 351 519 2522