Venni, vidi… (e bevvi) Vini

“Più di quarant’anni fa, diciamo quasi cinquanta, ha avuto inizio la nostra Storia di Vignaioli Friulani. Era la fine degli anni sessanta quando Alfieri Cantarutti si lasciò conquistare da un magnifico Ronco, con un piccolo casale, incastonato tra le prime colline di Rosazzo: una posizione invidiabile e un paesaggio da togliere il fiato”.

A parlare è Antonella Cantarutti, Deus ex Machina intesa non come l’apparizione in una scena del teatro antico ma artefice di grande talento per la valorizzazione dell’azienda e dei suoi vini. E la visione di quel casale, oggi sapientemente ristrutturato in sede aziendale e abitazione,  che appare a chi proviene da sud è la finestra di un sogno realizzato”.

Posto al culmine di una collina, domina  a 360° una distesa di vigneti nel Collio Orientale.

“Nacque così una piccola realtà vinicola che ettaro dopo ettaro (oggi abbiamo superato i cinquanta), in una progressiva evoluzione, è arrivata agli standard produttivi di oggi. Anche la cantina, di pari passo, ristrutturazione dopo ristrutturazione, è oggi capace di assolvere le richieste di mercato nel rispetto della tradizione e in particolare del territorio”.

“Il resto è storia di persone, autentica passione, diffusione di talento”.

Già il Talento che ritroviamo indicato nelle bottiglie come metodo di spumantizzazione.

Ma il Talento Cantarutti è altra cosa; ambientato nel teatro greco iniziando una azione vera e propria, il Prologo, e terminando con la parte finale, l’Epilogo. Interprete: il Pinot Nero vinificato in rosé (Prologo) e in bianco (Epilogo).

I due “perlage”, meritevoli di tal titolo, casato e distinzione dalle comuni, innumerevoli italiche bollicine, hanno aperto “le danze” della degustazione.

A renderla ancor più coinvolgente, interessante e, sotto certi aspetti, intrigante, la presenza della cara amica e collega Liliana Savioli che, saputo del mio arrivo, ha voluto partecipare e condividere gli assaggi.

Antonella quanto mai deliziata e gongolante per le nostre asserzioni e considerazioni.

La gamma delle etichette prodotte è molto completa e annovera tutti i prestigiosi vitigni del COF (Collio Orientale del Friuli) sia rossi che i celebri bianchi.

Riporto alcuni degli assaggi:

Prologo Rosé, Pinot Noir 100%. Uve vendemmiate nel 2007. Spumante dal colore rosato luminoso. Fragrante e floreale al naso, voluminoso, fresco e sapido al palato. Perlage medio fine. 24 mesi sui lieviti. Ottimo, voto 88/100

Epilogo, Pinot Noir 100%. Uve vendemmiate nel 2007.  Brillante nel calice offre fraganza di pane, agrumi, fiori bianchi e note minerali. Al palato trama fresco-sapida e ritorni di boulangerie. Perlage fine. 24 mesi sui lieviti. Ottimo 89/100

Canto 2016. Il blend che identifica l’azienda. Un mix di Friulano (Tocai Friulano), Pinot bianco e Sauvignon Blanc. Classica fermentazione in bianco separata per ogni vitigno fino al momento dell’assemblaggio ed affinamento. Meglio di ogni spiegazione testimonia questo blend il succo e freschezza che risponde nella bevibilità. Ottimo voto 88/100

Friulano 2015. Tocai friulano 100%. Percorso in acciaio. Profumi intriganti per questo campione autoctono di queste terre. Al palato ampio, di grande sapidità e rimandi agli olfattivi coerenti. Lunga persistenza. Ottimo, voto 89/100

Terre di Rosazzo Scacco al Re Friulano 2008. Tocai friulano 100%. Avevo già recensito questo vino vendemmia 2016 e ritrovo  buona parte della mia analisi sensoriale in questo campione. Poderoso, vellutato e insieme esplosivo, il “Tocai Friulano” nella sua complessità. Impregnato di energia e tensione. La degustazione di questo splendido 2008 altro non è che la rappresentività del valore di questo terroir. Eccellente, voto 92/100. Scacco al Re? Lunga vita al Re.

E mentre converso, mi confronto con Liliana su quest’ultimo assaggio, Antonella recita alcuni versi del “peccaminoso, viziato”, tanto  amato Charles Baudelaire:

…e una sera lo spirito del vino cantò nei fiaschi: Io t’amo, o Uomo, orfano eterno, e di sotto i vermigli sigilli del mio vetro, a te disciolgo in inno luminoso e fraterno”. Ed ho capito tutto della filosofia dell’Azienda Cantarutti, Cantarutti Alfieri, Cantalfieri. Grazie Antonella. Chapeau!

Urano Cupisti