Campo alla Sughera. Assaggiatore eccellente

Ogni volta che torno a Campo alla Sughera l’impressione è quella di trovarmi “a casa”. Sai dove entrare, dove sederti, scendere i piani della cantina, entrare nella barriccaia. Tutto questo grazie alla disponibilità e sopravvenuta amicizia con Elisabeth Finkbeiner e Francesco Gagliardi, rispettivamente direttore e winemaker dell’azienda della famiglia Knauf.

Disponibilità e amicizia che recentemente, nell’ambito dei festeggiamenti del 25esimo anniversario della Doc Bolgheri, sono culminate nella partecipazione ad un evento collaterale di alto spessore conoscitivo e degustativo: una verticale di Arnione comparativa tra il passato e il futuro.

Francesco e Elisabeth

Sette annate di cui quattro memorabili e tre non ancora in commercio delle quali due attraversate da problematiche legate al cambiamento climatico.

È stata anche una sfida da parte degli organizzatori della verticale: non solo vendemmie d’applauso ma anche vendemmie che hanno messo a dura prova chi il vino lo fa e meritevoli d’applauso più convinto, consapevole.

Ma cos’è l’Arnione e cosa rappresenta questo vino
per Campo alla Sughera

La filosofia di produzione di questo vino (prima vendemmia nel 2001) è racchiusa in questo pensiero:

“Ci impegniamo per conferire ai Bordeaux del Mediterraneo sempre più eleganza e finezza. I nostri vini Bolgheri hanno un’identità inconfondibile: sono meno carichi e concentrati, più complessi, sobri e puliti. Nascono da selezionati vitigni Bordolesi e vengono curati con grande passione ed esperienza dal nostro team internazionale”.

Inutile aggiungere altro se non ricordare che questi “miracoli” sono possibili anche grazie ai terreni unici, profondi e generosi nella dotazione di argille in parte rosse, di scheletro e di sassi, con una quota di materiale alluvionale.

Insieme a Friedrich Knauf

E la scelta del nome Arnione?

È legata per un verso alla Famiglia Knauf che ha, nel Comune di Castellina Marittima, uno stabilimento di produzione di materiali a secco per l’edilizia, con la conseguente linea estrattiva. In questa ultima lavorazione vengono alla luce molti “arnioni di alabastro”, cavità ricche di cristalli. Uno di questi, illuminato a dovere,  fa bella figura di sé nella barriccaia.

La verticale

Ma torniamo alla verticale. Dietro alle indicazioni di Francesco Gagliardi, winemaker conoscitore da tempo dei segreti delle vinificazioni e non solo, in compagnia di qualificati degustatori di lungo corso, italiani e stranieri, alla presenza di Friedrich Knauf, ecco sfilare i campioni scelti e il dibattito con conclusioni, a volte non coincidenti. Guai se non fosse così. Le mie?

Arnione 2001

Note aziendali: Un vino dall’identità inconfondibile, elegante e ricercato. Questa annata ottenuta da uve Cabernet Sauvignon (50%), Merlot (30%), Petit Verdot (20%) accuratamente selezionate dai vigneti delle nostre migliori parcelle. Affinato per 18 mesi in barrique di rovere e poi un ulteriore affinamento in bottiglia per 24 mesi.

Le mie considerazioni: La prima vendemmia, il principio del “fenomeno” Arnione. Dopo ben 18 anni si lascia apprezzare con un supplementare tocco di sauvage. Personalità territoriale che continua imperterrita nel tempo. Portabandiera dell’azienda. Eccellente voto 91/100

Arnione 2004

Note aziendali: Ottenuto da uve Cabernet Sauvignon (50%), Merlot (30%), Petit Verdot (20, accuratamente selezionate dai vigneti delle nostre migliori parcelle. Affinato per 18 mesi in barrique di rovere per proseguire poi con un ulteriore affinamento in bottiglia per 24 mesi.

Campo alla Sughera. I vini

Le mie considerazioni: Dopo l’annata caldissima del 2003 ecco questo campione di aromaticità, tonicità e fusione che ha conferito  tanta ricchezza di sfumature. Eccellente voto 94/100

Arnione 2006

Note aziendali: Cambia il blend. Cabernet Sauvignon (40%), Merlot (20%), Petit Verdot (20%) e Cabernet Franc (20%), Affinato  per 18 mesi in barrique con un ulteriore affinamento in bottiglia per 24 mesi.

Le mie considerazioni: Dopo l’intervallo di una vendemmia molto problematica (2005) ecco l’espressione di una maggiore complessità che si traduce in sottigliezze nei dettagli. Non raggiunge, a mio avviso, la 2004 per pochissimo ma rimane pur sempre una eccellente annata. Il mio giudizio? Eccellente voto 93/100

Arnione 2013

Note aziendali:  Come sopra.

Le mie considerazioni: Terza vendemmia del secondo decennio. La migliore delle tre. Si esprime con meravigliosa naturalezza danzando tra secondari e terziari con disinvoltura senza rinunciare alla solidità d’impalcatura gustativa che è un po’ il marchio di fabbrica dei vini di Campo alla SugheraEccellente voto 91/100

Arnione 2014

Note aziendali: Come sopra

Le mie considerazioni: Sappiamo tutti che la 2014 è stata un’annata difficile sia in vigna che in cantina. Però ci ha consegnato un Arnione pronto per la beva in maniera inaudita. Altre annate è doveroso aspettarle, quesa del 2014 è una eccellenza da bere e non aspettare. Immediatezza che si trasforma in beva contagiosa. Ottimo, voto 88/100

Arnione 2016

Note aziendali: Come sopra

Le mie considerazioni: Ancora deve terminare la fase dell’affinamento ma risulta già un cavallo di razza, da attendere diversi anni. Comprarlo e dimenticarlo. All’assaggio mi ha trasmesso vibrazioni da grande “campione”. Profondità tannica in fase di trasformazione. Eccellente voto 91/100

Arnione 2017

Note aziendali: Come sopra

Le mie considerazioni: L’annata rientra tra quelle difficili. Andrà atteso con fiducia per meglio apprezzarlo. Al momento dell’assaggio non offre molte versioni all’altezza del blasone dell’Arnione ma chissà? Per adesso. Ottimo, voto 89/100

L’Arnione uscito da questa verticale ha dimostrato come un vino abbia fatto proprio uno stile di produzione da subito, dalla prima vendemmia, mantenendo anno dopo anno, le promesse auspicate.

Amo i vini seduttivi e complessi, amo l’ArnioneChapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 1 settembre 2019

 

Campo alla Sughera

Località Caccia al Piano

Bolgheri-Castagneto Carducci (Li)

info@campoallasughera.com

www.campoallasughera.com