La mia ottava volta. Ed anche stavolta ho scoperto Cru conosciuti solo sulla carta. La Côte, come viene chiamata da queste parti, un rosario di terroir unici (François Morel).
Da Nord a Sud, da Digione alle Maranges, dal susseguirsi di sprofondamenti ed innalzamenti, seguendo colli e vallette che creano Climat, Cru, leggendari.
Dai diversi microclimi e spessori dei terreni. Suoli calcarei o marnosi, ancora gli stessi da secoli. E su questi presupposti il lavoro dei monaci cistercensi ai quali dobbiamo la reputazione dei Vins de Bourgogne.
Così come tutte le volte che vado nella Champagne mi reco ad ossequiare Dom Pèrignon a Hautvillers, altrettanto faccio al mio arrivo nella Côte per un doveroso inchino alla “croce della Romanée-Conti” , ormai proclamata simbolo della Bourgogne vitivinicola.
La mia ottava volta in dodici anni
Beaune non ha più segreti da svelare e poche righe sarebbero riduttive, poco esaurienti, per raccontare le impressioni e le particolarità che ogni volta ti riserva.
Beaune, la Ville d’Art et d’Histoire, temeraria, ordinata e vivace. Le vie del centro brulicano in tutte le stagioni dal passaggio continuo di turisti, wine lovers, negociant, artisti e antiquari. Perché la Borgogna è terra storica legata all’arte da secoli e di conseguenza, all’antiquariato.
È la città dalle “mille enoteche”, dalle “cento pâtisseries”, dalle cinquanta “galeries d’art et d’antiquités”, dai numerosi negozi “fromageries”.
Che dire della cinta muraria e i suoi “trionfali accessi” senza dimenticare il simbolo architettonico più importante: l’Hôtel-Dieu-Les Hospices de Beaune.
I suoi tetti ricoperti da maioliche sfavillanti attestano la sua grandiosità.
E di fronte all’ingresso principale, l’Athenaeum con la sua libreria dove trovo, ogni volta, testi unici sul vino nelle edizioni multilingue. Non solo.
Anche una nutrita enoteca, gestita da un italiano (Marco) dove, oltre trovare prezzi ragionevoli, è possibile fare assaggi esclusivi, inconsueti, originali.
E l’enoteca Athenaeum è sempre la mia prima sosta arrivato a Beaune.
Ugualmente quest’anno. Ho iniziato dall’Athenaeum a scoprire, con gli assaggi e dietro la sapiente guida quanto mai aggiornata di Marco, il terroir di Mersault, Saint Veran, Choret les Beaune, Auxey-Duresses, Saint-Romaine, Fixin, Santenay attraverso bottiglie classificate Vin de Bourgogne, Appellation Village, Premiers Crus e Grand Cru.
Un perfetto “avvinamento”. Pronto per l’ottava avventura iniziata nel pomeriggio con la visita al Domaine Armelle et Bernard Rion, a Vosne-Romanée.
Di questa visita e delle altre che sono seguite ne parlerò nei prossimi articoli.
Era iniziato il Rosario di un Terroir Unico 2022. Chapeau!
Urano Cupisti