Autochtoni si nasce: solo in un territorio ben delineato (parte seconda)

Cantine Virgili Luigi Mantova. Mi fermo attratto da una bella foto del Lambrusco Mantovano, il Lambrusco diverso. Parlo con il titolare che racconta la Storia aziendale che si perde negli albori del ‘900. Parla di Ruberti e Ancellotta che non sono cognomi di persone ma i vitigni autoctoni che formano il Lambrusco mantovano. Ci sono voluti diversi anni per riconoscere il “Grappello Ruberti” come vitigno autoctono ma alla fine il risultato è arrivato con tanto di riconoscimento ministeriale. Diverso per l’Ancellotta diffuso in tutta l’Emilia. Nella parte mantovana, al confine con il modenese, trova i terreni migliori.

Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?Assaggio il RAYS, Lambrusco Mantovano Doc 2013. Porpora impenetrabile e abbondante spuma violacea. Naso improntato sulla frutta, prugna e amarena, ma anche fiori come le viole. Al palato avvolgente con ritorni fruttati evidenti. Un fiero Lambrusco. Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Cantina Villa Colle. Azienda Cornacchia, Torricella Sicura (Teramo).  Considerato come il primo vitigno autoctono degli Appennini Abruzzesi questa varietà particolare di Gaglioppo perso da secoli è stato “riscoperto” dall’Azienda  Agricola Cornacchia Francesca da circa 10 anni.  Cresce a circa 800/1000 metri d’altezza. La Storia mista a Leggenda ricorda di vicende peccaminose tra suore e contadini della zona “scatenate” dal vino ottenuto da questo particolare vitigno. Devo dire che l’assaggio non mi ha affatto “turbato” ma ne sono rimasto emotivamente colpito.

Iuaria Gaglioppo 2003. Rubino fitto, Naso abbastanza complesso, Palato con buona spalla acida e trama tannica fine.Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Vini La Quercia. Morro d’Oro (Teramo) Sempre nel teramano alla scoperta dei vitigni dimenticati. Il Montonico bianco ha origini sconosciute. Ė presente in Abruzzo dalla seconda metà del 1800 ed è coltivato soprattutto nella provincia di Teramo.  L’ho assaggiato  nella versione ferma e in quella spumantizzata.

Vini La Quercia Santapupa Abruzzo Doc Montonico 100% Superiore 2013. Molto fruttato al naso ed al palato. Fresco e sapido. Di facile beva. Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Pathos Spumante Millesimo 2011. Metodo classico con 24 mesi sui lieviti. Spumante di discreta finezza. Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Azienda Sbarzaglia, Villanova di Ravenna. Assaggio l’Uva del Tundè. La Storia, il trascorso, la ricerca nel patrimonio varietale e culturale. Lunghi anni hanno portato all’identificazione di questo vitigno particolare con caratteristiche interessanti. Per l’Azienda Sbarzaglia la grande soddisfazione di essere i primi produttori.

Silente Tundè Riserva 2009. Si presenta con un manto color porpora molto intenso e buona consistenza. Al naso colpisce la speziatura. Al palato una discreta struttura e persistenza. Una bella sorpresa. Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Azienda Lantieri  Isola di Vulcano. Quando la Storia di una Azienda è legata ad un’isola. Quando la filosofia di una coltivazione è connessa con il territorio di un’isola, quando Punta dell’Ufola scossa dal vento conferisce rudezza e note sulfuree alla Malvasia e al Corinto nero, i doni di Dionisio giocondo.

Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?Lantieri Malvasia delle Lipari Passito Doc 2012. Malvasia 95% e Corinto nero 5%. Ambrato luminoso con note mielate evidenti. Al palato avvolgente con vena acido-sapida a mantenere l’equilibrio. Persistente con ritorni leggeri sulfurei. Incantevole. Autoctoni si nasce o si diventa? Ne vogliamo parlare?

Altre Aziende mi hanno colpito ed impressionato in questa edizione di Autochtona. Saranno oggetto di particolare attenzione comunicativa e specifico approfondimento per la tipicità dei vitigni e territori.

Urano Cupisti