Regione di vini rossi soprattutto, che ultimamente sta scoprendo i bianchi con il Timorasso ma che merita attenzione anche per altri autoctoni
Piemonte terra di grandi vini rossi, questo è certo, ma capace di fornire anche ottimi bianchi, e non parliamo solo di Timorasso. A Barolo per il festival Collisioni si è aperta una finestra anche sull’Arneis, vitigno autoctono, e una serie di altre etichette sempre da uve bianche. Parliamo quindi della degustazione del progetto wine & food, anch’essa aperta al pubblico e gratuita (su prenotazione) come tutte le altre, che è stata ospitata nella Tasting Room del Castello Faletti domenica 20 luglio alle 12.30. Al tavolo dei relatori l’enologo Lorenzo Tablino, profondo conoscitore della zona e dei territori vitivinicoli del Piemonte, insieme ad Arunas Starkus (Lithuanian Wine – Lituania), Alexandra de Vazeilles (MagicWines et LesTables de La Comtesse – Francia) e ancora una volta al sottoscritto.
Un’esperienza davvero interessante per me e, spero, per il pubblico presente in sala. La scaletta dei nove vini si presentava infatti suddivisa in due grandi famiglie, i primi sei tutti con al centro l’Arneis e la sua tipicità mentre gli ultimi tre, basati su vitigni internazionali, mettevano in mostra le qualità e la versatilità del territorio. Tra quelli degustati c’erano almeno un paio di nomi famosi, non solo per quanto riguarda le aziende ma per l’etichetta stessa, che tuttavia non hanno riscontrato in realtà le maggiori preferenze. L’Arneis è sembrato un ottimo vitigno per dare vita a bianchi eleganti e moderatamente profumati, capaci di differenziarsi – a meno di invasive tecniche di affinamento – da qualsiasi altra produzione. Ancora una volta si è evidenziata la diversa impostazione dei giornalisti stranieri, con il lituano Starkus molto legato ai vini dal gusto più “internazionale” mentre la francese de Vazeilles (tra l’altro anche produttrice con una azienda nel Baujolais) ha fornito analisi molto accurate su vitigno e territorio, fornendo poi giudizi più vicini a quelli che possono essere i “nostri”. Certo nonostante la grande espressività di un vitigno autoctono, moderatamente profumato ed elegante, molti dei giovani partecipanti alla degustazione hanno detto di preferire i vini incentrati sui vitigni internazionali e affinati in legno. Di certo con questi vini si va sul sicuro sia da parte dell’azienda sia da parte del consumatore medio, ma è anche vero che in questo modo non si cresce.
Langhe Arneis 2013 – Azienda: Olivero Mario
Vino equilibrato, leggermente acido ma di buona struttura con sentori di camomilla e di fiori bianchi che ne fanno un ottimo bianco e, nello specifico, forse uno dei migliori del panel
Langhe Arneis “Tre Fie” 2013 – Azienda: Marrone
La criomacerazione permette lo sprigionarsi di alcuni sentori che in altri vini non abbiamo percepito. Parliamo di un vino ben fatto ed equilibrato
“Blangè” 2013 – Azienda: Ceretto
Un vino ormai famoso, che però sembra più vocato alla bevuta facile che alla scoperta con un gusto ricco e rotondo e una nota dolce appena accennata. Il Blangè in degustazione sembrava tra l’altro imbottigliato da poco tempo e presentava un leggero brio non proprio consono
Roero Arneis “Piasì” 2013 – Azienda: Battaglio
Un bel bianco con sentori erbacei, come quasi tutti, ma non molto strutturato. Bevuta piacevole ma corta
Roero Arneis 2013 – Azienda: Demarie
Il corpo e la struttura ci sono, si sente la morbidezza della glicerina e alcuni sentori di frutta secca per un prodotto buono e sufficientemente tipico
“Cayega” 2013 – Azienda: Carretta
Altra etichetta molto nota e altra valutazione di merito poco positiva. Sicuramente è un vino facile e immediato, ma a livello olfattivo esagera virando su aromi come banana e acetone
“Vittoria” Bianco da uve Sauvignon 2013 – Azienda: Az. Agr. Monferrato
Un vino consistente con buoni sentori tipici del Sauvignon, la sapidità conferma l’interesse per un vitigno internazionale che ha dato prova di sapersi ben adattare in Piemonte
Monferrato Bianco “Armason” 2012 – Azienda: Bollina
I sei mesi di barrique sono forse troppi, nonostante la cosa che meno ho gradito di questo vino è il grande impatto a livello di frutto che si ha al primo assaggio. Il floreale infatti lascia subito spazio alla frutta e ai sentori terziari
Chardonnay 2009 – Azienda: Foglino
Ancora un vino fruttato con leggere note dolci, come il precedente è forse il più facile da vendere ma non rappresenta un grande risultato per la Regione tutta
Fabio Ciarla