Una cinquantenne ben portante
Proprio così: 50 anni di DOC, perché la Vernaccia di San Gimignano è la prima DOC italiana a ricevere il riconoscimento nel 1966. Un anniversario per il 2016 del vino toscano che si aggiunge a quello altrettanto importante dei 300 anni dall’emissione del Bando del 1716 di Cosimo III de’ Medici che delimitava le zone di produzione del Chianti Classico, Carmignano, Pomino (Rufina) e Valdarno di Sopra.
L’Anteprima Vernaccia si apre così con questa celebrazione, accompagnata da altri importanti eventi come la presentazione del libro SlowFood di Carlo Macchi sulla figura di Giulio Gambelli e alla premiazione del premio Gambelli ASET per il giovane enologo under 35 che più ha dimostrato di seguire lo stile del maestro assaggiatore di recente scomparso. Per inciso il premio è andato a Sebastian Nasello che opera in Toscana, precisamente a Montalcino, dove attualmente si occupa dei vini della Fattoria Le Ripi di Francesco Illy.
Le Anteprime 2016 sono centrate su tre annate molto particolari e diverse tra di loro: una 2013 caratterizzata da una primavera fredda e piovosa che ha rallentato la fase vegetativa, poi risolta da un’estate soleggiata con buone escursioni termiche tra giorno e notte ed una maturazione leggermente tardiva ma con uve sane. Poi due annate diametralmente opposte: 2014 con un’estate tra le più piovose e fresche degli ultimi decenni, una situazione non completamente sfavorevole per i vini bianchi, ma che ha costretto i viticoltori a fare un super lavoro in vigna per ottenere uve sane senza troppo impiego di mezzi invasivi. Favoriti si sono rivelati i vigneti situati nella zona più alta e ventilata del territorio. La 2015, invece, sarà ricordata come una tra le annate più favorevoli alla buona e graduale maturazione. Le temperature di giugno e luglio sono state molto elevate, ma in agosto qualche pioggia e un calo delle temperature notturne ha portato ad una progressione di maturazione graduale e con uve in ottimo stato alla raccolta.
Premetto alcune considerazioni generali sullo stato dell’arte del prodotto Vernaccia. Dicevamo dei 50 anni di denominazione, e i miei primi ricordi di appassionato di vino risalgono proprio a quel periodo. Nel Catalogo Bolaffi dei Vini del Mondo 1968 di Luigi Veronelli ci sono tre etichette di Vernaccia: Montauto di Renieri (non DOC), Guicciardini Strozzi e Pietrafitta (Alba Balbi-Valier). La descrizione di quest’ultima è molto interessante: “bouquet fine, di grande eleganza (sentore di pierre-à-fusil). Sapore secco ma senza asprezza, ricco anzi e tutto giuocato in nuances tra cui ha particolare rilievo la pierre-à-fusil, stoffa elegante che si sofferma e compiace; ha razza.”
Già: la pietra focaia. Oggi si parla o si straparla di mineralità nei vini, e c’è chi si oppone all’uso di questa parola cara agli anglosassoni, e soprattutto all’affermazione che esista un legame tra questo tipo di sentori e il suolo, nel senso che i minerali in esso contenuti non possono influire sui profumi. Ma qui è il concetto di terroir che conta. L’insieme di fattori, tra i quali clima, suolo, vitigni e intervento umano ha un suo valore e porta a determinati risultati. In questo caso Veronelli aveva individuato sentori “minerali” nel vino, descrittore mutuato probabilmente dai francesi del Sancerre o del Pouilly-Fumé, e questo descrittore lo attribuisce anche alla Vernaccia dei Guicciardini Strozzi oltre che a Pietrafitta.
Poi dagli anni ’70 fino ai ’90 c’è stato un periodo di oblio nel quale la Vernaccia era più o meno un vinello chiaro e trasparente con scarsi profumi, relegata ad un ruolo di vino comprimario o da grande distribuzione, fino a che negli anni ’90 alcuni produttori molto determinati e lungimiranti hanno deciso di dar luogo ad una rinascita della denominazione. E ci sono riusciti anche se con metodi profondamente diversi. L’Ingegnere Panizzi introdusse altri vitigni come lo Chardonnay e l’uso della barrique, seguito dai Falchini e da Teruzzi&Puthod, mentre Elisabetta Fagioli con Montenidoli seguiva una strada più tradizionale, ma rivisitata con tecniche moderne.
Ne è seguito un periodo sperimentale nel quale gli stili erano molteplici e a volte divergenti, comunque già più accattivanti per il mercato del momento. Hugh Johnson nel “Libro dei vini 2003” (Rosenberg&Sellier) parla così della Vernaccia: “ Il (vino) preferito nel Rinascimento, poi divenuto un vino ordinario per turisti. È migliorato in questi ultimi anni. Con la qualifica di vino DOCG sono state imposte norme più restrittive per la sua produzione. I vini migliori: in testa Falchini, Panizzi e Teruzzi&Puthod, poi Cusona, Cesani, Fontaleoni, Le Calcinaie, Paradiso, Montenidoli, Rampa di Fugnano”.
E si è giunti a quest’ ultimo decennio con una riscoperta della Vernaccia solo Vernaccia, con vinificazioni meno aggressive e di quella cosiddetta “mineralità” che si era un po’ persa nel limbo della sperimentazione selvaggia, mentre c’è un minore interesse per la barrique. Lo Chardonnay compare ormai raramente e i sentori invadenti di rovere sono sempre meno presenti.
Questi sono gli assaggi che più mi hanno colpito.
ANNATA 2013
LA CASTELLACCIA ALESSANDRO TOFANARI – Vernaccia SG 2013 – naso non molto intenso con note di frutto giallo in bocca è caldo avvolgente ma più giocato su larghezza alcolica che su tensione acida. Buono il finale – 80
CASA ALLE VACCHE - Vernaccia SG Crocus 2013 – profumo di frutto bianco maturo in confettura, giuggiola fresca, leggera vaniglia. In bocca è caldo maturo ampio contrastato dalla sapidità, ma poco vibrante. – 83
CASALE FALCHINI – Vernaccia SG Riserva Vigna a Solatio 2013 – profumi di frutta gialla in confettura, leggera vaniglia del rovere, fiori gialli, fresia. Al palato ha buona freschezza e frutto giallo fragrante, profilo molto avvolgente finale lungo. – 84
CESANI – Vernaccia SG Riserva Sanice 2013 – Al naso ha note di rovere tostato con frutto in composta, buccia di agrume caramellato, fiori gialli. In bocca ha bella consistenza armonizzata da ottima freschezza acida e sapidità, il finale è lungo. - 88
ANNATA 2014
LA LASTRA – Vernaccia SG Riserva 2014 – Naso intenso verde fresco, foglie di siepe di sambuco, tabacco biondo, frutto tropicale cremoso, nota che ricorda un rovere ben integrato. In bocca ha attacco fresco con bella sapidità, scattante e dinamico con frutto maturo susina oro, pesca, bel finale lungo. Trattandosi di un’annata difficile siamo di fronte a un gran bel vino. – 93
MONTENIDOLI – Vernaccia SG Tradizionale 2014 – Naso molto articolato, con una curiosa nota di mortadella, coriandolo, note chinate e di alkermez, fiori di campo estivi e fieno. Bocca densa calda e sapida con spezie bianche, tsire, anice stellato, curcuma. Bel finale disteso in freschezza - 90 per amanti di vini macerativi.
MONTENIDOLI – Vernaccia SG Fiore 2014 – Fiori bianchi topinambur mela verde. In bocca è caldo e armonico denso ma elegante con frutto che gioca bene con sapidità e freschezza. Finale lungo - 89
GUICCIARDINI STROZZI – Vernaccia SG Cusona 1933 2014 – Frutto bianco maturo banana palato disteso e lineare buona freschezza con frutto bianco. Finale di discreta lunghezza. – 80
ANNATA 2015
CASA ALLE VACCHE – Vernaccia SG 2015 – Ha bel naso fragrante e fresco, vegetale di erba e fiori di camomilla. Al palato è deciso sapido scattante su bel frutto bianco pera e mela cotogna con buon finale lungo – 89
CASA ALLE VACCHE – Vernaccia SG i Macchioni 2015 – Frutto bianco maturo caldo e largo. In bocca è morbido con note di frutto cotto e finale mandorlato amarognolo – 84
CESANI – Vernaccia SG 2015 – Al naso ha profumi delicati di frutto maturo e in confettura caratteristico di vernaccia con mandorla amarognola verde. In bocca è agrumato e consistente ben sostenuto dalla vena sapida. Il finale è di buona lunghezza – 85
ABBAZIA MONTE OLIVETO – Vernaccia SG 2015 – Profilo olfattivo citrino limonoso, in bocca è semplice ma teso e piacevolmente beverino – 80
COLOMBAIO DI SANTA CHIARA – Vernaccia SG Selvabianca 2015 – Ha naso intenso floreale e di vegetale verde, foglie di siepe di sambuco e pomodoro. Vino molto fresco sapido, tracce di carbonica, struttura leggera ma gustosa. – 86
LA LASTRA – Vernaccia SG 2015 – Profumo agrumato e limonoso acidulo. In bocca è molto dritto e deciso con frutto acidulo cedro e ananas. Ha finale molto piacevole – 85
PANIZZI – Vernaccia SG 2015 – Profumo di mandorla fresca amarognola su frutto bianco maturo, bella struttura buona densità su freschezza acida continua e tesa bel finale – 89
PODERI ARCANGELO – Vernaccia SG 2015 – Al naso ha note nociate e di mela verde, agrumi e leggera mandorla amara. In bocca ha dominante morbida con frutto bianco e buona sapidità. Finale amarognolo. Una Vernaccia di ottima tipicità e purezza - 83
PODERI ARCANGELO – Vernaccia SG Terra del Lago 2015 – Al naso si avvertono la frutta tropicale matura e note di limone fresco. In bocca è preciso e fresco di buona beva e la presenza dello Chardonnay lo rende più aperto al grande pubblico – 80. Ho assaggiato anche le stesse etichette di Arcangelo 2014 con risultati molto simili e coerenti, segno di una vinificazione attenta e rispettosa della Vernaccia viste le quantità abbastanza importanti prodotte.
RAMPA DI FUGNANO – Vernaccia SG Alata 2015 – campione da vasca con fondo. Al naso ha un bel profilo di frutta fresca bianca e agrumi. In bocca conferma una bella polpa saporita fruttosa e si rivela fresco sapido piacevole. Vino di bella prospettiva - 92
SAN QUIRICO – Vernaccia SG 2015 – All’olfatto ha note affumicate con pietra focaia e minerale. In bocca è grasso e caldo ma ben bilanciato da acidità e note balsamiche. Buon finale mandorlato. - 86
GUICCIARDINI STROZZI – Vernaccia SG Titolato Strozzi 2015 – Profumo pulito floreale. Residuo di carbonica profilo dolce con frutto e freschezza nel finale. – 80
Paolo Valdastri