Un appuntamento annuale irrinunciabile quello con la Sala Dante per l’Anteprima Vernaccia di San Gimignano.
“Il Palazzo Comunale, detto anche Palazzo del Popolo o Palazzo Nuovo del Podestà, si trova in Piazza del Duomo di fianco alla Collegiata, e ospita la sede “storica” dei Musei Civici di San Gimignano. Al primo piano si trova la Sala del Consiglio, detta anche Sala Dante, a ricordo della visita che il poeta fiorentino nel 1299 fece a San Gimignano come ambasciatore della lega Guelfa”.
Ed effettuare degustazioni “particolari” (quest’anno la XV edizione di “il vino bianco e i suoi territori”), in un contesto medievale sotto gli sguardi di cavalieri impegnati “in singolar tenzone”, di Carlo d’Angiò al centro di scene di caccia o dallo sguardo della Madonna in Maestà, non è da tutti i giorni.
Entri nella sala in rigoroso silenzio e sai di essere un osservato speciale nel compito di partecipare ad un evento esclusivo, per pochi (visto il numero limitato dei posti disponibili).
“La Vernaccia di San Gimignano: un grande classico toscano incontra i nuovi classici del mondo. Alla ricerca dei vini del territorio”.
Titolo, ad onore del vero, abbastanza lungo e difficile da ricordare centrato, in particolare, sul concetto di “classico”.
Alessandro Torcoli, Direttore di Civiltà del Bere, incaricato dal Consorzio ad aprire il confronto a prodotti extra-europei allargando la prospettiva alla competizione globale, ha condotto magistralmente la degustazione ponendoci di fronte a vini particolari che hanno raccontato il loro terroir.
E il concetto di Vino Classico da una parte e di Vini di Territorio dall’altra è stato posto come guida all’approccio degustativo. È stato recepito dai presenti in sala?
Credo in minima parte. La maggioranza, soprattutto i colleghi stranieri, hanno posto le vernacce in contrapposizione ai bianchi provenienti dal Nuovo Mondo non recependo, a mio avviso, il concetto più volte espresso e rimarcato da Alessandro Torcoli: Classico e Vini dal territorio possono essere complementari ma non equivalenti.
“Esistono eccellenti vini di territorio che poco hanno da spartire con la classicità e viceversa, classici che hanno perso ogni aderenza con l’espressione del terroir”.
Le facce dei colleghi stranieri tutte a forma di punto interrogativo. Forse la traduzione simultanea, in alcuni momenti difficile, non è riuscita a trasmettere il pensiero espresso dal direttore di Civiltà del Bere.
Ma veniamo alla degustazione delle due batterie, una di Vernacce, l’altra di Bianchi da Nuovo Mondo con, tra parentesi, il mio punteggio;
Prima batteria:
– Mormoraia-Ostrea, vendemmia 2017 (ottimo 88/100)
– Teruzzi-Sant’Elena, 2016 (eccellente, 90/100)
– Fattoria Poggio Alloro, Le Mandorle, Riserva 2014 (buono, 87/100)
– Il Colombaio di Santa Chiara-l’Albereta, Riserva 2014 (ottimo 88/100)
– Panizzi, Riserva 2013 (ottimo, 89/100)
– La Lastra Riserva 2013. Sicuramente il migliore della batteria. (Eccellente 91/100)
Seconda batteria:
– The Society’s -Stenbosh, Chenin Blanc, Sudafrica 2019 (ottimo 87/100)
– Grosset- Polish Hill Vineyard Clare Valley, Riesling Australia 2019 (ottimo 88/100)
– The Society’s -Hunter Valley Semillon Australia 2018. Diverso da ogni aspettativa. (buono 86/100)
– Greywache -Wild Sauvignon Blanc Marlborough New Zealand (buono voto 87/100)
– Francis Ford Coppola-Director’s Cut Russian River. Chardonnay Usa 2017 (ottimo 88/100)
– Bodega Catena -Adrianna Wineyards vigna Withe Bones Mendoza Argentina. Chardonnay 2016. Il migliore della batteria (eccellente 92/100)
“Classico è un vino dallo stile riconoscibile reperibile nei mercati principali” (John Hoskins, Institute of Master of Wine). “L’assunto di partenza è che la Vernaccia di San Gimignano sia un classico, tra i bianchi italiani, ancora aderente alle tradizioni del luogo” (Alessandro Torcoli, Civiltà del Bere).
Mi è sembrato che Dante, il Sommo Poeta, annuisse. Chapeau!
Urano Cupisti
Consorzio Vernaccia di San Gimignano
Via di Fugnano, 19
San Gimignano (Si)
Tel 0577 940108
