Un emiliano a Bolgheri

Bolgheri è un laboratorio vitivinicolo in continuo fermento. Cambiamenti di proprietà, nuove acquisizioni, aziende che nascono, un fermento che ci ha abituati a dover aggiornare continuamente le informazioni e i dati sulle aziende che operano sul territorio. Nessuna meraviglia nel veder nascere una nuova azienda e di constatare la ottima qualità dei suoi giovani vini. Curiosità, invece, per il suo nome: Villanoviana.

Cosa c’entrano i villanoviani a Bolgheri? La civiltà villanoviana ha origine in Emilia, nel bolognese ma già i proto villanoviani, nel XII secolo a.C., avevano varcato l’Appennino per insediarsi in Etruria prima di scendere ancora più a sud. Quindi il nome riconduce ad un’origine emiliana con un legame in Etruria. Un legame che per me è un fattore intrigante dal momento che mio nonno era di Sassuolo ed io sono nato e vivo a Livorno. Sono tornato a Bolgheri proprio per verificare come stavano le cose e per assaggiare i vini a riguardo dei quali avevo avuto notizie stimolanti.

Barbara Monacelli e Marco Belli provengono, guarda caso, proprio da Sassuolo, fanno ceramiche ed hanno una passione viscerale per il vino. Amano la Toscana e durante una visita sulla costa bolgherese nel 2005, individuano un terreno in vendita in una posizione molto interessante e decidono di fermarsi lì e dare seguito alla passione per il vino. Siamo a Sant’Uberto, nella pianura tra la statale Aurelia e la via Bolgherese, nelle immediate vicinanze della macchia del Bruciato, ovvero nel cuore della Tenuta Guado al Tasso. Nei pressi ci sono i vigneti e le cantine di Terre del Marchesato, Casa di Terra e Campo al Noce, ovvero tre famiglie dei famosi “marchigiani” insediatisi a Bolgheri negli anni ‘50. L’impianto dei vigneti avviene con la consulenza di Nicolò Carrara e la prima produzione avviene nel 2009.

Secondo la zonazione effettuata dal Prof. Scienza il suolo ricade nell’unità vocazionale Macchiole, con sedimenti pleistocenici sabbioso fini, sabbie rosse della Val di Gori, argilla e limo, ciottoli da non calcarei a molto calcarei, con ottima adattabilità al Cabernet Sauvignon e al Merlot.

Durante la nostra visita, a inizio agosto di un’estate già arida e siccitosa, abbiamo constatato che le viti erano in ottimo stato vegetativo con sviluppo dei grappoli molto regolare, buona vigoria e senza segnali di stress, a conferma dell’ottima vocazione dei terreni.

Sono 6 gli ettari piantati a vite ed attualmente in produzione per quattro etichette, tre di vino rosso e una di bianco. La densità è di 6.000 ceppi/ha I metodi di coltivazione e vinificazione sono quelli tipici del settore biologico, anche se ancora non vi è certificazione.

Queste le impressioni sui vini.

Bolgheri Bianco DOC Teia 2016 – Vermentino con piccolo saldo di Viognier – Vinificato in cemento con lieviti indigeni.

Ha colore giallo paglierino carico, bel profumo di frutta bianca matura, pera, susina, albicocca, agrumi, note floreali di margherita e leggera mandorla amara. In bocca ha polpa piena ed è caldo sapido e fresco, slanciato e invitante.

Erubesco 2015 IGT Toscana – Merlot 65% Cabernet Franc 35%, vinificato in acciaio e maturato in cemento per 6 mesi.

Colore rubino profondo, al naso rivela un frutto nero polposo di prugna e mora molto intenso. Rotondo e morbido ha freschezza e tannino fitto e dolce, molto piacevole.

Bolgheri Rosso Imeneo 2015 – Merlot 60%, Cabernet Sauvignon 40%. Vinificazione in cemento, poi barrique di secondo e terzo passaggio per 10 mesi. 10.000 bottiglie prodotte.

Rosso impenetrabile ha profumo molto intenso e complesso tra frutto nero di mora, gelso, agrumi canditi, speziatura fine, tabacco e liquirizia. Finezza strutturale e tannica su un centro bocca agile e ben scandito con un finale di buona lunghezza.

Bolgheri Superiore Sant’Uberto 2013 – Merlot 50%, Cabernet Franc 35%, Petit Verdot 15%. Vinificazione in cemento, poi maturazione di 18 mesi in barrique di secondo e terzo passaggio.

Rosso rubino cupo. Al naso ha un fruttato di buona complessità con ciliegia morella, prugna, mirtillo, note balsamiche di pepe cambogiano. In bocca ha un bello sviluppo dinamico, trama tannica fine con bel finale agile e lungo.

Chi eran costoro? Teia era la madre del Sole, della Luna e dell’Aurora, secondo gli antichi greci. Erubesco, in latino, significa arrossire e anche rispettare, e siamo nel mondo delle emozioni. Sant’Uberto è il toponimo del terreno di appartenenza dei vigneti. Imeneo, infine, è il figlio di Dionisio e Afrodite (Bacco e Venere), protettore dei matrimoni e dio delle nozze, quindi delle grandi feste e grandi occasioni. Altre curiosità: l’Azienda produce un ottimo olio extravergine e, per rispettare le origini modenesi, non poteva mancare un aceto balsamico del tipo tradizionale.

Paolo Valdastri

VILLANOVIANA

Località Sant’Uberto

57022 Castagneto Carducci

34808937296

info@villanoviana.it