Burgenland. Le cantine semi nascoste

Burgenland: equilibrio delicato e fragile

La viticoltura austriaca la consideriamo e cataloghiamo da sempre tra quelle minori, vuoi per la coltivazione sul territorio nazionale concentrata solo in quattro dei nove Land (regioni), vuoi per la nostra (ahimè) mancata conoscenza qualitativa.

Quando parliamo di vini austriaci difficilmente ci discostiamo dalla visione di produzioni di vini bianchi beverini (Grüner Veltliner) e zuccherini (Eiswein prodotti con Riesling). Se poi aggiungiamo che è permesso addizionare zucchero senza capirne il perché è facile comprendere la nostra avversione alla qualità

Forse non ricordiamo che la viticoltura austriaca fonda le proprie radici e tradizioni nei tempi molto antichi.

Vigneti in Pannonia

I vigneti delle province romane Noricum e Pannonia, i decreti Carolingi che stabilirono i tempi e modi di vinificare e vendere il vino, il salvataggio di vigneti storici da parte dei Monaci Benedettini fino ai tempi nostri, rappresentano il bagaglio storico enoico di questo Paese dove, se pur rappresentando solo l’1,5% della produzione mondiale, riscontriamo processi innovativi incredibili.

I vignaioli austriaci con determinazione hanno introdotto negli ultimi decenni, norme severe per la vinificazione ottenendo risultati qualitativamente sorprendenti.

L’area geografica vitivinicola si trova tutta concentrata nell’est del Paese. I quattro Land interessati rispondono ai nomi di NIEDERÖSTERREICH posizionata a nord-est, confine con Rep. Ceca, Slovacchia,  Ungheria e “condizionata dal Danubio”, WIEN limitata alla sola area extra-urbana della capitale, STEIERMARK posizionata a Sud al confine con la Slovenia condizionata da numerosi laghi e piccoli torrenti  e il BURGENLAND, l’antica Pannonia, posizionata ad Est, confinante in parte con la Slovacchia e con l’Ungheria con la quale “gestisce”  il lago Neusiedler.

Lago Neusiedler

Recentemente ho visitato quest’ultimo land, il Burgenland, e i suoi due distretti più importanti che si estendono intorno al lago Neusiedler: il Neusiedlersee e il Neusiedlersee-Hügelland. La scelta è stata dettata dalla ricerca dei luoghi maggiormente vocati per i vini botrizzati e quelli a bacca nera.

Percorrere la strada che costeggia il lago ad una distanza di circa un chilometro per rispettare il suo ecosistema tipicamente lacustre, senza corsi d’acqua immissari ne emissari ma con sorgenti al centro del bacino alimentato anche dall’acqua piovana,  ha avuto un effetto magico. La fine nebbiolina e pioggerellina del mattino che si è alternata all’argenteo riflesso pomeridiano hanno svelato il tesoro nascosto: il leggero ondulare dei vigneti.

Il manto stradale si snoda in un ambiente suggestivo intorno a quello che un tempo rappresentava il cratere di un grande vulcano.

Visitare paesini fioriti come Purbach, Gols, Illimitz, Rust, Oggau e Morbish, con le loro cantine semi-nascoste tra le case che “immaginavo” abitate da elfi, è risultato L’attraversare realtà rurali inserite in uno scenario naturale ricco di fascino come la sua gente.

Fare visita ad aziende di personaggi che con i loro studi, lavoro, pazienza sono diventati portatori di ideali, supporti, per niente utopistici, legati alle coltivazioni biologiche e bio-dinamiche come Gerhard Kracher (Illimtz), Birgit Braunstein vero guru della bio-dinamica non solo austriaca (Purbach), Reinhard Goschl (Gols) e Roland Velich della Weingut Moric (vicino al confine con l’Ungheria: Lutzmannsburg) è risultato affascinante, didattico e con un pizzico di avventura che non guasta, anzi arricchisce.

La cosa più singolare ed entusiasmante che è accaduta durante questo viaggio è stata la facilità di trovare aziende, piccole e grandi, disposte a raccontare le storie familiari, le scelte di rimanere a produrre in questo che è un paradiso “naturale”, adattandosi a salvaguardare un equilibrio così delicato e fragile che una produzione quantitativa e irrispettosa  potrebbe alterarne, senza ritorno, la complessa struttura.

Qui crescono una serie di vitigni sia a bacca bianca che nera. Accanto ai “famosi” Riesling e Grüner Veltliner Il Bouviertraube adatto per i bianchi “dolci”, il Welschriesling per ottimi vini bianchi, i nobili neri Blaufrãnkisch, Portugieser, Zweigelt (lo troviamo anche in Alto Adige nella Valle Isarco), e il Sankt Laurent.

Mi sono chiesto spesso quali siano le sensazioni, le esperienze e il fardello dei ricordi che un “ricercatore di vigne” trae da un viaggio che debba essere ricordato come momento importante di conoscenza e crescita. La risposta?

Il rispetto del passato, di chi prima di noi ha abitato questi luoghi, il dovere di aver cura dell’equilibrio naturale esistente, la sensibilità e consapevolezza della bellezza e ricchezza di questo territorio.

Urano Cupisti