Il vino che richiede una spiegazione e un racconto

XIV edizione dell’Anteprima Amarone promossa dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella. Vendemmia 2013, l’Amarone che ti aspetti dopo la divergenza climatica, stress idrico e la fase di maturazione con alti valori termici. Riporto subito il giudizio: annata di qualità che è riuscita ad arrivare all’ottimo con il finale di stagione ma non all’eccellenza. Vendemmia a 4 stelle.

I risultati finali hanno decretato il successo dell’Evento: 2.800 presenze in tre giorni di cui 2.000 nella sola giornata di Domenica, 235 giornalisti del settore con tanta partecipazione estera proveniente da 16 Paesi stranieri. Numeri che danno l’idea dell’impatto mediatico di questo evento.

L’Osservatorio Vini Valpolicella, ha presentato il punto sull’export e sul mercato interno. La vocazione all’export, consolidatasi nel tempo, risulta confermata con un aumento del 3% sui dati dell’anno precedente e accrescimento del 5% del giro d’affari sempre rispetto al 2015. “Il sistema Amarone tiene”.

L’export rappresenta il 65% del prodotto imbottigliato verso mercati consolidati come Germania (18%), Usa (11%), Svizzera (11%) e a seguire Gran Bretagna, Canada mentre quelli asiatici risultano ancora in affanno. Questi ultimi insieme al mercato italiano ancora stabile e non in crescita pagano dazio perché, pur essendo un vino eccellente e conosciuto, richiede una spiegazione, un racconto.

Verona, Palazzo della Gran Guardia. 78 Aziende provenienti da tutte le zone vinicole della Valpolicella a presentare la loro annata 2013 e permettere di confrontarla con annate selezionate e ritenute storiche per capirne e apprezzarne l’evoluzione.

Come linea guida all’Assaggio l’Interessante rispondenza uscita dal documento finale redatto dalla Commissione di Degustazione interna al Consorzio che ha riscontrato una grande eleganza fruttata nei vini provenienti dalle zone vinicole di Mezzane, Illasi e Cazzano e una prepotente eleganza e potenza in quelli di Negrar. Mentre i vini della vallata di Fumane sono risultati contraddistinti da delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo. Quelli di San Pietro in Cariano con note marcate di confettura.

Il profilo di questo vino, in generale, è il risultato del contesto climatico, delle espressioni territoriali (Mezzane, Illasi, Cazzano, Negrar, Fumane, San Pietro in Caiano ed infine Valpantena) e dalla stilistica aziendale. Concordo con chi afferma che è un vino “unico” dovuto alla sua “nascita” da vitigni autoctoni (principalmente Corvina e Corvinone, Rondinella, Molinara, Oseleta), “crescita” in un ambiente pedoclimatico irripetibile a cui si aggiunge la fase di “appassimento” che in queste varietà autoctone porta alla sintesi di composti non presenti nelle uve fresche. Ne consegue che l’Amarone è il risultato dell’influenza reciproca tra vitigni ed ecosistema ai quali si associa la tecnica di appassimento senza eguali altrove.

Per la vendemmia 2013 niente di diverso dalle linee generali riscontrate nelle ultime vendemmie precedenti: ottima intensità colorante valida per tutti i campioni oggetto di assaggio, alcolicità e acidità altrettanto ben presenti. Naso e palato altalenante a seconda della zona: eleganza e potenza per alcuni, delicatezza per altri. Territori dell’est, centro ed ovest Valpolicella a confronto in un susseguirsi di realtà diverse e diversificate.

Riporto la degustazione di sei campioni che hanno ben impressionato, superiori a 88/100, rappresentanti di aree vitivinicole diverse:

Accordini Igino, Le Bessole 2013. San Pietro in Cariano. È sceso nel bevante con un manto intenso  rilasciando morbidezze sulle pareti. Archi fitti e copiosi ruota con notevole consistenza. Al naso il frutto arriva in verticale per poi aprirsi sugli speziati con un sottile filo balsamico. Al palato buona la freschezza e sapidità in equilibrio con il residuo zuccherino, l’alcolicità e i polialcoli. Tannini generosi e un finale con retrolfattivi fruttati.

Corte Sant’Alda, vendemmia 2013, Mezzane Un Amarone diverso dal primo. In evidenza la dolcezza vellutata come espressione di eleganza. L’esuberanza alcolica in equilibrio con una acidità ben in evidenza. Persistente

La Dama, Classico 2013, Negrar Nero con lampi rubino. Consistente nel ruotare. Naso con notevole impianto olfattivo. Ridondante di fruttati per poi aprire sugli speziati e balsamici. Tannini giovanissimi in un contesto dolce.

Ilatium, Campo Leòn, Illasi. Devo dire che questo Amarone mi ha piacevolmente sorpreso. Impenetrabile, si è presentato con intense sensazioni di frutta rossa. Un mix di speziati con soffio balsamico. Robusto al palato e ben articolato tra morbidezze e durezze. Equilibrato. Ritorni fruttati

Secondo Marco, Classico 2013, Fumane Buon Sangue non mente. Quinta generazione Speri. “Quando prosegui una tradizione di famiglia, da una parte c’è il timore di cambiare, dall’altra la voglia di fare qualcosa di nuovo, lasciare l’impronta”. E l’impronta l’ha lasciata. Rubino cupo molto concentrato. Ruota con insistenza nel bevante. Al nato le nuances della provenienza territoriale. Delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo. Uno dei campioni che ho apprezzato maggiormente. Fruttato su amarene, speziati su vaniglie, note balsamiche diffuse. Al palato replica dell’olfattivo. Freschezza e sapidità che sposano alcolicità, residuo zuccherino e i polialcoli diffusi. Trama tacnica con un grande avvenire. Lunga persistenza. Lunga vita a questo Amarone

Bennati, vendemmia 2013, Cazzano di Tramigna. La confettura “da tagliare a pezzettoni”. Così recitava una nota pubblicità di confetture di frutta di alcuni anni fa. E la frutta la senti in questo campione. Non solo frutta ma anche spezie scure e vaniglie con effusi balsamici. Al Palato molto espressivo, con una acidità che stempera l’alcolicità.

Gli assaggi dell’Amarone sono diversi. Hanno sempre bisogno di una spiegazione e di un racconto!

Urano Cupisti