Ecco Cupertinum DOC, Il cuore del Negroamaro, giornale di riflessione dove esperti, critici e intellettuali si interrogano sui nostri vini, sull’importanza del nostro territorio e la nozione di territorio in senso più ampio. Il segno dei tempi. Siamo obbligati a ripensare all’agricoltura e alla vitivinicoltura in termini nuovi, creando collegamenti e nuove proposte, che partono dal Salento e arrivano lontano. La validità delle basi della cooperazione va vivificata ogni giorno per essere all’altezza delle sfide – per nulla facili – che dobbiamo affrontare nel presente e nel futuro.

Nel 2011 con il Corriere del Viticoltore, avevamo raccolto voci, riflessioni e memorie storiche dei soci conferitori della Cupertinum, uno strumento di dialogo e proposta che ha avuto un grande successo. La storia e la geografia!

Il nuovo concetto di paesaggio non è più legato al pittoresco romantico settecentesco. Paesaggio è oggi relazione tra natura, storia, memoria, agricoltura, economia, è ricerca di una nuova alleanza che renda possibile la valorizzazione del territorio senza dissipazione delle sue risorse. Le connessioni tra il concetto di terroir e quello (nuovo) di paesaggio sono molteplici. Terroir è un termine enoico francese, privo di un preciso corrispettivo italiano, che indica l’insieme dei fattori ambientali (clima, terreno, paesaggio) che interagiscono con la vite nel determinare le caratteristiche del vino. Nel concetto di terroir rientrano anche la specificità e l’unicità delle persone delle tradizioni del luogo. La nozione di terroir riassume quindi in modo sintetico ed efficace le condizioni genetico-ambientali e umane che sono alla base della produzione di un vino che sappia offrire soprattutto caratteristiche di naturalità e originalità. Parole di Attilio Scienza, agronomo, docente e ricercatore di gran fama. La nozione di paesaggio, proprio per l’interesse alle relazioni olistiche con tutto ciò che lo costituisce, ricalca a sua volta la pratica della zonazione viticola.

La Puglia, e il Salento in particolare, hanno conosciuto negli ultimi anni un grande successo turistico. Merito del mare, del paesaggio (oliveti secolari, muretti a secco, furnieddrhi, viticoltura ad alberello, terra rossa…), della cultura (musica, barocco, tradizioni popolari…), dei cibi e dei vini… E merito anche dell’interrelazione tra tutti questi aspetti. Chiedere che il territorio sia protetto sotto l’egida del Unesco come patrimonio culturale, così come è avvenuto in Francia per la zona di Saint-Émilion, nella regione di Bordeaux, potrebbe essere una soluzione contro l’eccessiva cementificazione e il fotovoltaico selvaggio nelle campagne, ed anche per arginare l’espianto dei vigneti a danno dei piccoli viticoltori, per cambiare rotta rispetto alla depauperazione del territorio, valorizzando invece un’economia dolce basata sulla connettività e la sostenibilità, ma il primo passo dobbiamo farlo noi. Cupertinum Doc va in questa direzione. Buona lettura!

All’interno: interviste e contributi di Giuliano Sangiorgi/Negramaro; Antonio Prete, filosofo; Raffaele Nigro, scrittore; Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo; Gigi Brozzoni, Duccio Armenio, Francesco Muci, Franco Maria Ricci, Pierluigi Gorgoni, Francesco Falcone, esperti di critica enoica; la Copertino cosmica di Carmelo Bene e molte altre curiosità. Foto di Raffaele Puce; ideazione e testi Marco Tibaldi e Angela Greco.