Dopo i recenti successi ottenuti sulla stampa oltre oceano, il grande bianco della tradizione veronese brilla dalle colonne dell’autorevole mensile britannico

Dopo gli elogi dalle autorevoli colonne del New York Times e dell’International Herald Tribune, nuovo prestigioso riconoscimento da parte della stampa estera nei confronti del vino Soave. Questa volta ad elogiare il grande bianco della tradizione veronese è Decanter, il mensile di riferimento del mercato inglese. Nel numero di settembre, tra i blasonati vini di tutto il mondo, spicca un approfondimento dedicato al Soave a firma di Michael Garner, giornalista di punta della selettiva testata britannica ed esperto di vini.

«Promosso da un Consorzio molto attivo – annota il giornalista nell’incipit -  il Soave sta subendo un rinnovo sostanziale per aggiungere lustro alla sua crescente reputazione. La campagna di promozione si focalizza sull’origine vulcanica dell’area e spiega l’effetto che i due principali tipi di suolo infondono sull’aroma e sul gusto dei vini. Il suolo basaltico, che si trova nella parte centrale e orientale, dà origine a vini con note mature, di frutti esotici e mineralità; mentre i suoli nati da sedimenti calcarei, nella parte meridionale e occidentale, conferiscono ai vini note più floreali, fruttate ed agrumate».

Attraverso una mirata analisi Garner evidenza con spirito critico la crescita qualitativa che ha visto protagonista la denominazione del Soave negli ultimi dieci anni e sottolinea come questo vino, che per definizione dà il meglio di sé giovane, abbia raggiunto un tale livello in termini di qualità che oggi è in grado di invecchiare, in alcuni casi anche di dieci anni, senza vedere intaccata la sua fresca mineralità.

Il focus che il mensile inglese dedica al Soave è particolarmente significativo perchè al suo interno si leggono tre voci autorevoli che si contrappongono. Accanto a Garner infatti esprimo il loro parere anche Ian D’Agata, affermato giornalista italiano, e la Master of Wine Jane Hunt, che si sono confrontati nell’assaggio di un ricco carnet di vini Soave.

«Complessivamente – annota D’Agata – il livello dei vini assaggiati è stato eccellente, i vini erano soprattutto floreali e minerali con note atipiche di banana e ananas, alcuni davvero adatti all’invecchiamento, in grado di durare ben oltre 5 anni dalla data della vendemmia e altri addirittura in grado di raddoppiare questo periodo».

«Non c’è dubbio – ha invece evidenziato Jane Hunt – che un Soave d’alta classe possa essere classificato come uno dei vini bianchi migliori d’Italia. I migliori sono quelli prodotti in collina nelle zone a nord est poiché lì si trova il suolo vulcanico. Grazie alla ricchezza minerale, i vini prodotti su suolo vulcanico sono più intensi».