Kuki Gallmann, Andrea Battistoni, Giovanni Radossi, Gian Antonio Stella e l’Institute of Masters of Wine.

Sono i nomi dei cinque vincitori del prossimo Premio Masi (29 settembre), che da 31 anni in Valpolicella celebra la vitalità della cultura attraverso i suoi protagonisti più impegnati. E quest’anno la botte di Amarone che, come da tradizione, custodirà le firme dei vincitori unirà simbolicamente anche cinque diverse specialità culturali nelle quali si sono distinti i premiati: dal giornalismo all’ambiente, dal vino alla musica, alla lingua.

Altro fil rouge determinante nelle scelte dei giurati della Fondazione Masi presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti, è stato quest’anno il ruolo fondamentale della cultura in termini di impegno civile e di risposta all’avvitamento dell’economia mondiale. “Oggi più che mai – ha detto Isabella Bossi Fedrigotti – la cultura può generare un nuovo scatto di orgoglio, in grado di alimentare l’ingegno, l’estro creativo e le attitudini di cui siamo ancora capaci”. Da qui le scelte.  Kuki Gallmann si aggiudica la sezione Grosso d’Oro Veneziano “per l’impegno della scrittrice di origine veneta nella salvaguardia dell’ecosistema africano e la ricerca di un’armoniosa convivenza tra uomo, animali e natura”.

Tre i vincitori del premio Civiltà Veneta: Andrea Battistoni,  veronese, classe 1987,  che a soli 25 anni è già tra i grandi direttori d’orchestra del mondo; Giovanni Radossi (Rovigno–Istria), fondatore del Centro ricerche della Comunità italiana di Rovigno, impegnato a salvaguardare la memoria veneto-italiana in Istria; Gian Antonio Stella, il giornalista di Asolo (TV) che – cita la motivazione – “con le sue inchieste ha messo a nudo i vizi nazionali nella prospettiva di un nuovo riformismo”. Il Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino, categoria riservata ai protagonisti dello sviluppo vitivinicolo, andrà quest’anno all’Institute of Masters of Wine, l’autorevole istituzione londinese (297 membri selezionati in tutto il mondo) che forma i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino.

“Produrre vino è sempre più una responsabilità anche in termini culturali, ancor più ora che è diventato un prodotto globale – ha detto il vicepresidente della Fondazione Masi e presidente Masi Agricola, Sandro Boscaini. Fare vino oggi significa in primis aver rispetto di un insieme di valori, da quelli ambientali paesaggistici a quelli legati al sapere, al lavoro, alla storia e alla salute. In una parola, significa fare cultura”.