Farinetti, Massa e Rinaldi a TG2017: “L’Italia (e la Sicilia) del vino che vorremmo”

L’Italia del vino che vorrei, o meglio la Sicilia che vorremmo. A Taormina Gourmet si celebra l’eccellenza agroalimentare con un focus sul buono e sul bello dell’isola.

Grandi vini per una grande passione che unisce l’Italia da nord a sud. Il Barolo, l’Etna Doc, l’Amarone, il Verdicchio, il Fiano, il Barbaresco sono l’espressione di un territorio unico nel suo genere per varietà e diversità. Piemonte, Toscana, Friuli, Lazio, Umbria e soprattutto Sicilia. L’isola del vino cresce ed è sempre più acclamata qui a Taormina Gourmet. “La Sicilia è la regione più bella del Paese più bello al mondo – dice Oscar Farinetti patron di Eataly – Tanto è stato fatto, ma tanto dovrà essere fatto per far conoscere il Made in Sicily al di fuori dell’Italia. Siete una regione meravigliosa con un problema di fondo. Non puntate abbastanza sul turismo. Lo dicono i numeri, la Sicilia registra 5,5% dei turisti che transitano in Italia. Rimini ha il 26% e ha un mare oggettivamente più brutto. Siciliani abbiate il coraggio di puntare su ciò che la Natura vi ha donato, imparate a leggere la bellezza”.

Vino, olio, eccellenze regionali c’è proprio tutto nel Paese delle bellezze. “I giovani sono quelli che hanno il coraggio del vino e sono l’anima di questo comparto – afferma Walter Massa -. Dove i nostri nonni hanno piantato le vigne, oggi c’è la qualità che ci contraddistingue. I nostri nonni sapevano cosa piantare e i frutti che oggi stiamo raccogliendo sono la dimostrazione che i giovani hanno saputo reinventarsi. Ora dobbiamo avere il coraggio di andare avanti. E vi invitiamo al FiVi, la prima fiera indipendente dedicata ai piccoli produttori, la ricchezza dell’Italia”.

“Taormina cresce e ci fa scoprire una Sicilia poco conosciuta – spiega il produttore di Barolo Beppe Rinaldi -. La nostra Italia ha il patrimonio di biodiversità più importante al mondo e dobbiamo farlo conoscere per tutelare Made in Italy”. Al forum dedicato all’Italia del vino che vorrei c’era anche Banca Intesa. “Il credito italiano è vicino alle aziende che puntano sull’eccellenza dell’agroalimentare – dice Michele Di Gennaro, di Banca Intesa San Paolo – E lo facciamo con politiche mirate all’espansione di un settore dell’economia trainante per tutto il comparto. Nel sud Italia c’è però un dato preoccupante che deve far riflettere. Il tasso di disoccupazione oggi raggiunge il 51,7% che è il più alto a tutto il resto del Paese. Il grado di istruzione è fermo al 24%, che scende al 21% al Sud, e se lo raffrontiamo al resto dell’Europa con il 37% dobbiamo domandarci in quale direzione stiamo andando. È necessario invertire il trend partendo dal ruolo della scuola, che deve essere capace di iniziare percorsi spendibili nel mondo del lavoro”.

Roberto Chifari

 

Fonte: Cronache di Gusto