Villa Bossi Chianti Rufina Riserva. Palazzo Gondi – Anteprime Vini di Toscana

La Rufina è uno dei territori vinicoli più interessanti della Toscana, senz’altro il più alto.

La presenza del fiume Arno da un lato, le montagne dell’Appennino dall’altro, l’esposizione prevalente a sud, le caratteristiche del suolo e la sapienza dei vignaioli sono fattori che contribuiscono alla produzione di vini raffinati ed eleganti, ma anche estremamente longevi.

Per dimostrare questo assunto, Gerardo e Lapo Gondi hanno voluto offrire al padre Bernardo una verticale di dieci annate del Chianti Rufina Villa Bossi dal 1978 al 2007.

La famiglia Gondi è presente nella vita politica fiorentina fin dal 1197. Risiede nel Palazzo Gondi, dagli stupendi affacci su Palazzo Vecchio, su Santa Maria del Fiore e su santa Croce, costruito nel 1489 da Giuliano da Sangallo. Dal 1592 ha la proprietà della Villa Bossi situata al centro della Rufina, a 350 m di quota, e Bernardo segue la produzione del Chianti fin dal 1972.

Dalla verticale emergono in maniera abbastanza netta tre stagioni stilistiche di questo vino. La prima, quella “ancestrale” delle annate dal 1978 al 1994, racconta di uno stile tutto sangiovese asciutto, fresco, dai tannini pungenti e ardui da domare. I vini hanno un fascino tutto particolare, al di là delle punte spigolose che qua e là emergono. La tenuta e l’evoluzione  nel tempo sono comunque solide e coinvolgenti. La seconda stagione vede l’ingresso in azienda di Carlo Corino come consulente. Per chi non avesse conosciuto personalmente questo straordinario personaggio, ricordo che la sua formazione era avvenuta in Australia, ovvero in un paese del nuovo mondo con clima caldo. Questo lo aveva portato a lavorare, appena rientrato in Italia, come  consulente nella siciliana Planeta dove aveva contribuito al successo dei grandi vini da uvaggio internazionale della famiglia.

Niente di più diverso dalla Rufina, clima freddo del vecchio mondo, dove le maturazioni procedevano a rilento, ma in maniera graduale ed omogenea sia nella componente zuccherina, che in quella fenolica e in quella aromatica, contrariamente a quanto era solito accadere nel caldo clima siciliano. In questa fase nei vini di Villa Bossi aumenta la concentrazione, il colore si fa più scuro e fitto, i profumi assumono toni fruttati e speziati, il palato è discretamente ricco con tannini più “facili”. Il cabernet, introdotto nel 1988, e le barrique, introdotte nel 1994 in attesa di Corino, cominciano a far sentire il loro effetto. La terza stagione, l’attuale, vede l’ingresso di Fabrizio Moltard,  di scuola decisamente moderna (muove i primi passi con Luca D’Attoma),  condivide e perfeziona l’impostazione data da Corino, pur mantenendo il vino in un binario territoriale molto saldo e riconoscibile.

C’è dunque una ricerca, in questi vini, di una maggiore facilità di comprensione, pensando anche ad un pubblico internazionale, e di una maggiore rapidità di maturazione che non costringa a lunghissimi invecchiamenti prima di poter togliere il tappo alla bottiglia. Tutto questo però non influisce sulla  personalità dei vini, che restano comunque impregnati di quelle note di terroir così forti da prevalere sempre sugli interventi “facilitanti”.

Per la cronaca, la degustazione:

CHIANTI RUFINA RISERVA VILLA BOSSI

1978 – Questa annata è stata scelta da Lapo e Gerardo anche per la coincidenza con la data delle nozze tra il padre Bernardo e Donna Vittoria. Un vino basato sul sangiovese, con poco colorino, ancora senza cabernet, ma anche senza presenza di uve bianche, come da tradizione del tempo, quindi già pensato per l’invecchiamento, anche grazie al lungo soggiorno di 36 mesi in botte grande. Colore granato vivo, ha profumi terziari di cuoio, spezie, incenso. In bocca è pulito e consistente, sempre vivo e succoso. Il tannino si fa sentire ancora, la chiusura è lunga con note balsamiche. 82

1981 – Una delle grandi annate da ricordare in Toscana. Il colore è granato scuro, al naso emergono le note terziarie, cera, sottobosco, scatola da tabacco. Al palato ha struttura robusta e tannino leggermente scabroso, ma convince per la grande freschezza e per il finale aromatico di buccia d’arancia e alga. 88

1986 – Questa vendemmia ricorda la nascita del secondogenito. Caratterizzata da un inverno freddo, primavera irregolare e piovosa, estate fresca con piogge in vendemmia che costringono ad un raccolto tardivo ma con maturazione ottimale. Il colore è granato piuttosto trasparente, vivo. Si percepisce aroma di cacao amaro, spezie ed erbe balsamiche, salvia e caramella d’orzo.  Buona tensione acida ma tarda ad allargarsi in bocca con una presenza di frutto piuttosto nascosta, ma con finale di buona lunghezza. 86

1988 – Fa la sua apparizione il Cabernet Sauvignon al 10%. Annata di transizione per Villa Bossi e difficoltosa per la Rufina. Lo conferma il colore granato non particolarmente intenso, mentre i profumi ricordano il vegetale con erba e fiori secchi. La struttura è sottile con finale di media lunghezza e tannino che lascia la sua impronta. 83

1994 – Appaiono le prime barrique. Il vino matura e si affina per 48 mesi di cui 24 in barrique di secondo e terzo passaggio e 24 in bottiglia.  Ha un colore granato intenso, mentre il naso è caratterizzato da una forte componente speziata e balsamica. C’è la presenza di frutto nero, leggera nota erbacea e tabacco da sigaro. Ha buona densità e polpa fruttata, dinamico nel finale asciutto. 85

1995 – Anno di importanti trasformazioni. Il Villa Bossi diventa la prima etichetta aziendale, mentre come secondo vino esce il Pian dei Sorbi, sempre Riserva, ma privo di Cabernet.  Carlo Corino entra in forza a pieno regime. Il vino ha colore granato intenso e fitto, un naso balsamico con note di pepe di Giava e incenso. Si comincia a guardare anche a sfaccettature di gusto più internazionali, con vino più rotondo, anche se con l’invecchiamento assume ritorni di cuoio e caffè, con una nota ematica da sangiovese di clima freddo. 87

1997 – Annata calda ma non torrida. Colore fitto rubino-granato brillante e vivo. Profumi intensi di frutto nero, mora di rovo, fiori di viola, spezie fini, e ricordo di tabacco da pipa. Si avverte al palato un ritorno di buccia di arancia candita e cioccolato amaro. Tannino vigoroso di buona trama. Un vino pieno e corposo ma ben bilanciato in freschezza acida, piuttosto lungo. 91

2000 – Annata molto calda che riflette in una gradazione alcolica di 13,5°. Il profumo è di frutto nero maturo, mora, ribes in confettura, speziatura dolce e cioccolato. Ha palato pieno e denso con un tannino ancora scontroso. 84

2005 – Vinificato da Corino, ma messo a punto da Moltard che entra stabilmente in azienda. Annata caratterizzata da estate calda con fresco e pioggia in settembre. I produttori che mantennero i nervi saldi, vendemmiando al ritorno di condizioni ottimali, ottennero grandi risultati. Il colore è fitto, il naso ricorda la ciliegia morella, more di rovo, anche in confettura e una speziatura fine. Rotondo e morbido è più sostenuto dalla componente sapida che non dall’acidità tartarica. 87

2007 – Una grande annata. Il frutto è dominato da una intensa componente balsamica con il rovere ancora in evidenza. Bocca densa e frutto muscolare con buon contrasto acido tannico convincente nello slancio finale. Il carattere del vino è tutto improntato sulla morbidezza del frutto. 90

Paolo Valdastri

 

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