Dove la vigna è un pentagramma

Influenzata dalla vicina Liguria, meglio dire dall’area del Vermentino di Luni, la DOC Candia dei Colli Apuani (istituita nel 1997) insiste sui territori di tre Comuni: Carrara, Massa e Montignoso.

Anche se, geograficamente, fuori dai limiti della DOC, interessa alcune zone dei Comuni di Pietrasanta, intorno all’abitato della frazione Strettoia e Seravezza, intorno alla frazione Ripa di Seravezza.

I territori non hanno confini” al di là di quanto scrivono gli uomini.

Questo per dire, nel caso specifico, che l’area vitivinicola dei Colli Apuani parte dal Comune di Fosdinovo, a nord di Carrara e termina all’interruzione collinare dovuta dall’appena nato “fiume Versilia”.

Appena nato perché altro non è che l’insieme delle acque di due torrenti, il Sera e il Vezza, che si uniscono all’altezza del poco distante abitato di Seravezza (che deve il suo nome proprio a questa confluenza).

Questa più ampia visione dei Colli Apuani ci consegna terreni simili ma non uguali.

Nettamente nordisti e sotto l’influenza della vicina area di Luni la parte che ricade nei Comuni di Massa e Carrara con la “collina del Candia”.

Sudisti , con la perdita delle peculiarità liguri, le zone ricadenti nel Comune di Montignoso e negli abitati di Strettoia e Ripa.

Proprio in questa ultimo territorio ha sede l’Azienda La Palatina oggetto di una mia visita nel vinovagare tra le mie terre.

Circa 2 ettari, 4.000 bottiglie l’anno. Vitigni principali Vermentino, Albarola, Viognier a bacca bianca e Vermentino Nero, Massaretta a bacca nera.

Si sono ritagliati un loro spazio, offrendo un buon livello qualitativo, anche gli “internazionali” Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Merlot che si fanno apprezzare per i loro profumi intensi, fruttati, con sentori vegetali ed erbacei.

Ma per capire i vini La Palatina, la brillante freschezza dei vermentini, l’impennata di aromi dei rossi è “necessario ed obbligatorio” calpestare le vigne, sia quelle prospicienti la Versilia, fronte mare, sia quelle poste un po’ più all’interno, ad una altezza maggiore, riparate dall’irruenza dei venti marini. Quest’ultime quasi “eroiche” per la pendenza dei gradoni.

Un lavoro di rifacimento selezionato che va avanti da 18 anni quello di Carlo del Freo (da queste parti tutti lo conoscono per Lallo), prestato all’agricoltura per passione, tanta passione. Insieme alla moglie Patrizia, che cura la parte amministrativa, di comunicazione e non solo, hanno riportato vigne dismesse, abbandonate, a nuova vita produttiva con risultati sempre più vocati all’eccellenza. Il tempo ricompenserà  le scelte e i sacrifici, ne sono certo.

I due aspetti aziendali. La solare visione delle vigne nella prospettiva marina all’orizzonte, culla naturale dei vermentini e l’affascinante spettacolo dei filari che salgono verso il cielo. E la narrazione di vita “contadina”, quella della passione, raccontata dal “preparatore d’uva”, così come ama definirsi Lallo.

“La vigna è un pentagramma, dove le linee del terreno, la loro composizione ne sono la parte dove i vitigni rappresentano le note e il vino la musica che ne consegue”. Bellissima questa visione mentre perdi lo sguardo all’infinito.

Questi gli assaggi effettuati  alla fine di Giugno presso l’Azienda:

Palatino 2015. Vermentino.  Paglierino. Naso semplice sui secondari diretto su note fruttate, pera e mela golden con finale minerale. Gradevole al palato dove l’assaggio apre su una buona acidità citrina e un rimando fruttato in linea con l’olfatto. Voto 85/100
Negreto 2007. Syrah 70%, Massaretta e Vermentino Nero 30%. Scende nel calice con il suo colore granato. Evidenti le morbidezze sulle pareti. Naso su sentori fruttati maturi con ciliegie, more. La complessità olfattiva si sposta sui terziari con presenza speziata. Al palato la carica glicerica lasciata sul bevante si ritrova in ingresso rendendolo morbido e in equilibrio con una freschezza ancora ben presente. Tannini gentili. Un bel vino. Voto 88/100
Negreto 2009. Syrah 70% e Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot 30%. Cambia decisamente il blend. Ingresso nei vini La Palatina degli internazionali. Rubino intenso con sfumature granate. Decisamente consistente nel girare il calice. Naso complesso  su viole appassite, frutti di bosco, cuoio, tabacco e sferzate erbacee e vegetali. Palato vellutato, caldo, equilibrato con ritorni retro-olfattivi in linea con i sentori nasali. Persistente. Insomma un “bel” vino da una buona vendemmia, con un gran futuro. Voto 89/100

Sono piccoli “segreti” che da quelle parti rendono giustizia a passione,  dedizione, forte attrazione per la terra.

La Palatina dove la vigna è un pentagramma.


Urano Cupisti