Incontro per leggerli nella loro intimità

Qualcuno, il giorno dopo l’evento, ha postato una foto con scritto “A scuola da Emiliano Falsini”. In parte è stato proprio così. Vuoi per le Aziende presentate, per i territori particolari, per i terreni, i microclima, i vitigni, insomma per i “terroir” peculiari, specifici, vuoi per alcuni vini dimenticati nella propria memoria enoica. Ma è stato anche il registrare un dibattito aperto, un confronto conciso, essenziale volto a capire la coerenza nella “fabbricazione” dei vini e leggerli nella loro intimità.

Nato in Toscana, studi a Firenze, Bordeaux, esperienze lavorative in California, Nuova Zelanda e Argentina. Membro del Gruppo Matura e, in quell’ambito, consulente enologico di molte ed affermate aziende nel Barolo, Chianti Classico, Bolgheri, Montefalco, Montepulciano, lavorando così in quasi tutte le Regioni Italiane; insomma un biglietto da visita “non male” per un enologo di appena quarantatré anni. Verrebbe da esclamare: Chapeau!

Ed eccoci, un gruppo selezionato di giornalisti, blogger, assaggiatori incalliti, selezionati dal PR Riccardo Gabriele (nonché mio Direttore al Corriere del Vino) nello splendido contesto della Sala degustazioni del Ristorante Pesce Briaco presso la Locanda Vigna Ilaria ubicata sulle Colline lucchesi. Tutti pronti ad ascoltare, interloquire con Emiliano Falsini assaggiando i suoi vini.

“Ogni vino è fatto in maniera diversa, distintiva e creativa, lontano dalla standardizzazione del gusto” .

Inizia così l’incontro-lezione-confronto-assaggio in quel frastagliato arcipelago vinicolo presentato: i Bianchi da vitigni autoctoni.

25 Aziende sparse in tutta Italia, isole comprese, 28 campioni a rappresentare parte dei numerosi vitigni autoctoni di cui il nostro Bel Paese si può vantare. Vini tesi ed essenziali che hanno raccontato bene la provenienza ed il carattere dell’artefice.

Riportarli tutti con le note d’assaggio risulterebbe alla fine dispersivo a scapito di una lettura diretta all’essenzialità.

Cinque sono i campioni ritenuti dal sottoscritto più significativi che hanno ottenuto punteggi compresi tra 86-91/100 e meritevoli di particolare visione senza nulla togliere agli altri che hanno rappresentato caratteristiche e stili particolari:

Adarmando, Bianco dell’Umbria  2015. Azienda Tabarrini Montefalco. Trebbiano Spoletino 100%. Vigne sulle colline di Montefalco. Terreni limosi ed argillosi posti a media collina. Giallo paglierino carico, ruota nel calice con una buona consistenza. Al naso floreale e fruttato su note di mimosa, gelsomino, mango e timo. Fresco al sorso, buona la vena sapida sorretta da una sufficiente morbidezza. Ritorni fruttati. Mi ha colpito la sua semplicità e facilità alla beva. Voto ottimo 88/100

Il Reminore 2015, Igt Umbria Bianco. Azienda Madrevite a Castiglione del Lago (Lago Trasimeno). Trebbiano Spoletino 100%. Terreni argillosi di media collina. Giallo paglierino con sfumature oro-verdastre. Ruota nel calice con accentuata consistenza. Al naso note floreali e fruttate caratteristiche del trebbiano spoletino. Al palato denota un’ottima freschezza, sapidità e polialcoli già notati al visivo. Lungo con ritorni olfattivi sui toni fruttati. Colpisce la sua linearità tra i componenti. Voto ottimo 89/100.

Borgo Prunatelli Canaiolo Bianco Igt 2012, Azienda Galiga Grati, Rufina. Canaiolo Bianco 100%. Attenzione! Non Canaiolo vinificato in bianco ma vino da vitigno autoctono che attualmente è segno di nuova coltura non solo in Toscana. Paglierino tendente all’oro, lascia segni evidenti glicerici sul bevante. Interessante complessità olfattiva su floreali e fruttati. Al palato strutturato con segnali di un buon potenziale all’invecchiamento. Definito interessante ed eccellente. Premiato con 91/100

San Basile Matera Greco 2015 Taverna vini. Paglierino dorato, naso intenso e consistente con note predominanti fruttate. Al palato buona acidità e sapidità. Un bianco interessante per le terre della Basilicata. Ottimo Voto 89/100

Zibibbo secco Case Bianche tenuta Enza La Fauci 2015. Zibibbo 100%. Proveniente dalla Sicilia orientale evoluzione in legno. Non un grande vino ma classificato tra quelli interessanti, stimolanti fino al curioso. Attrae dal colore dorato, dai profumi particolari di macchia mediterranea. Al palato buona la freschezza e sapidità accompagnata da una morbidezza singolare. Interessante Voto 86/100.

“L’eleganza di un vino è già presente nel suolo che lo ha nutrito”. Come dargli torto dopo l’assaggio dei 28 campioni presentati.

Lungimiranza di scelte stilistiche che ha aperto un dibattito tra i presenti. Ma poi, alla fine, sono stati i campioni a parlare e far conoscere o ricordare vini diversi, unici, meritevoli di giudizi non comuni.

Urano Cupisti