L’espressione moderna della Val di Cornia

“Sin dai tempi degli Etruschi la coltivazione della vite è stata presente nel territorio della Val di Cornia”.

Questo è l’inizio di presentazione, da parte del Consorzio, di questa particolare zona che si estende  alle spalle del promontorio di Piombino attraversata dal fiume Cornia.

L’Azienda Giomi Zannoni si trova in uno dei sette Comuni che fanno parte della Denominazione: Campiglia Marittima (Li).

L’azienda  appartiene alla famiglia da molti anni precedentemente dedita alla coltivazione dei seminativi ed olivi.

Negli anni Ottanta la svolta. Aldo e suo figlio Roberto capirono le potenzialità del territorio indirizzando la produzione verso la viticoltura di qualità senza dimenticare il passato.

Uno stile aziendale improntato alla semplicità campagnola, senza velleità, per una produzione di vini pensati per durare nel tempo uscendo dallo  stereotipo del vino stagionale.

Negli anni duemila la costruzione della nuova cantina, l’acquisizione di strumenti nuovi, attuali,  la sostituzione delle vecchie botti con le più moderne barriques.

Diversificata la presenza dei vitigni sul territorio. Accanto ai tradizionali Sangiovese e Trebbiano iniziò l’allevamento dei “nuovi” emergenti:  Vermentino, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc .

Stella e Pietro rappresentano la nuova generazione, quella del successivo cambiamento. “Se facessimo i vini come li faceva mio nonno sarebbe veramente dura venderli”.

Cambiamento significa studio dei terreni, scelta dei vitigni adatti, tecniche di vinificazione per ottenere vini da proporre come elementi rappresentativi della Val di Cornia.

Il mio approccio verso la Cantina Giomi Zannoni è stato casuale. Calice in mano vinovagavo tra i tavoli dei Consorzi durante l’Anteprima annuale che si svolge a Firenze. L’assaggio di Rodantonio, sangiovese in purezza prodotto da vecchie vigne, mi colpì al punto da coinvolgermi negli altri assaggi.

Ninà 910 2016. Vermentino 100%. Fermentazione in inox e maturazione in barriques per circa un mese. In bottiglia quanto basta.  Paglierino con riflessi leggermente dorati ha girato nel calice con una buona consistenza. Un vino tutt’altro che semplice e beverino. Nitido e ampio con il suo ventaglio olfattivo di secondari e terziari delicatamente diffusi. Palato fresco-sapido sostenuto dall’apparato glicerico. Buono. Voto 86/100

Solemare 2015 Sangiovese 100%. Il sangiovese di una volta, quello da abbinare al cacciucco alla livornese. Fermentazione alcolica e malolattica in inox e, sempre in inox, un periodo di affinamento. La semplicità del sangiovese sia al naso che in bocca. Fruttato, vinoso, fresco e sapido. Ottimo, voto 87/100

Aldò 917 2016 Cabernet Sauvignon 80% e Cabernet Franc 20%. Il vino internazionale dell’azienda. Percorso tutto in barriques per poi sostare in inox prima dell’imbottigliamento. Rubino intenso, naso su note fruttate rosse e spezie ben integrate. Compatto e serrato nella trama. Eleganza e finezza le sue qualità. Ottimo, voto 88/100

Rodantonio 2013 Sangiovese 100% il cru aziendale. Da vigne vecchie curate in maniera maniacale per ottenere un vino il cui assaggio ha sfiorato l’eccellenza. 18 mesi d’affinamento in barriques e 12 in bottiglia. Rotondo, elegante, preciso. Luminosità ammaliante. Naso attraversato da cenni continui fruttati che si sono aperti su un ventaglio di speziature. Palato pieno e appagante. Un gran bel vino. Ottimo, voto 89/100

Risultato: i vini sono lo specchio fedele della  linearità aziendale voluta.  Puliti, piacevoli, alcuni eleganti.

L’Espressione moderna della Val di Cornia.

Urano Cupisti