Val d’Orcia, il vino più bello del mondo

Tavolo del Consorzio del vino d’Orcia durante le Anteprime dello scorso febbraio. Depliant sparsi qua e là tra le bottiglie dei consorziati.  Attrazione fatale: Orcia, il vino più bello del mondo.

Non il più buono. Avrebbe scatenato le ire dei più blasonati, magari confinanti. Il più bello. Perché?

Perché è bella la Val d’Orcia con il paesaggio agricolo più fotografato del mondo;

perché la Val d’Orcia fa parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco;

perché troviamo in Val d’Orcia 18 città ricche d’arte;

perché troviamo nella Val d’Orcia eccellenze artigianali artistiche e alimentari come la cinta senese, il cacio di Pienza, tartufi e via via fino ad arrivare al vino, sintesi di impegno e passione.

Ancora prodotto a livello familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne.

I depliant terminano con “grandi vini che hanno l’eleganza di una terra antica e bellissima”: il vino più bello del mondo.

Mi presentai, strinsi la mano ad un signore ed iniziai a parlare con lui del territorio, dei vitigni, delle aziende. Alla fine, dopo diversi assaggi, chiesi il suo ruolo pensando fosse il Direttore del Consorzio o un dipendente specifico alla comunicazione. Niente di tutto questo. Era Marco Capitoni, titolare dell’omonima azienda a Pienza.

In tutto questo tempo trascorso a parlare di vini e aziende mai menzionata la propria, altruismo a favore del Consorzio e della Val d’Orcia.

Di lì a poco, dopo alcuni giorni, grazie alla complicità di una cara collega Maddalena Mazzeschi, che cura l’immagine dell’azienda Marco Capitoni, mi sono ritrovato in cantina al Podere Sedime con Marco a chiacchierare di tradizione, realtà attuali e progetti futuri con la semplicità che lo contraddistingue.

“Le nostre mani si muovono attente tra le foglie verdi per sistemare i tralci, le nostre braccia sembra che si uniscano ad altre che altro non sono che i tralci della vite e sempre con il naso all’insù, a vedere se piove o se fa bello, si pena tanto nelle cattive annate ma forse altrettanto nelle buone, perché allora dipende solo da noi”. Semplice filosofia di un vignaiolo che crede nel dono della natura e del territorio: la sostanza dei propri vini.

Potrei raccontare la ricca storia di questa terra e del Podere Sedime ma preferisco parlare del presente, dei nostri obbiettivi, di come nasce il nostro vino e delle ultime interpretazioni del vitigno principe della Val d’Orcia, il Sangiovese”.

“Mi soffermo volentieri sull’ultima nostra interpretazione di Sangiovese. Singola porzione di un vigneto per un vino particolarmente interessante dove l’esaltazione delle caratteristiche originarie e gli aromi varietali ne siano la narrazione. Nessun ritorno al passato ma uso di materiali inerti locali. Inevitabile la scelta della terracotta dell’Impruneta con superfici interne senza alcuna smaltatura, vetrificazione o altro intervento.

E mentre racconta prepara il tavolo per la degustazione, perché alla fine la miglior narrazione è l’effetto, l’esito degli assaggi.

Troccolone 2016, sangiovese 100%. Percorso in anfora. Campione d’anfora. Un vino semplice, molto fruttato, nato dalla volontà di ricreare il sangiovese del territorio. Al sorso fresco, sapido e buona persistenza.  Buono, Voto 86/100

Troccolone 2015, sangiovese 100% (prima vendemmia). Colpisce la naturalezza e schiettezza. Un vino di facile beva da accompagnare tutto il pasto. Buono, Voto 86/100

Frasi 2012. Sangiovese con un po’ di canaiolo e colorino. Fermentazione in acciaio senza aggiunta di lieviti, due settimane sempre in acciaio per prepararsi ai 24 mesi di affinamento in botti da 33 Hl di Allier. Colore rubino luminoso, naso floreale maturo e fruttato con ventaglio speziato ma non invadente. Al palato bene la vena fresco-sapida in equilibrio con i polialcoli. Tannini ancora presenti per questa vendemmia. Persistente. Ottimo, Voto 89/100

Frasi 2010. Vino più posato con trama tannica che va verso la nobiltà. Per poco sotto l’eccellenza. Voto 89/100

Frasi 2008. Un gran bel Sangiovese maturo. Ben strutturato, al palato i tannini sono levigati e l’equilibrio centrato. Ottimo Voto 89/100

Frasi 2007. Colore granato importante, ruota nel calice lasciando evidenti morbidezze molto fitte. Naso intenso e complesso con un mix di secondari in progressione che aprono su terziari speziati con finale di vaniglia. Al palato le caratteristiche della nobiltà: caldo, glicerine misurate sostenute da acidità moderata e sapidità contenuta. Tannini che scivolano sul dorsale della lingua. Retrolfattivo in linea con il nasale. Lunghissimo. Chapeau! Eccellente Voto 92/100

Capitoni 2013. Sangiovese 80% e Merlot 20%. Percorso in inox  per poi terminare in affinamento in barrique per 18 mesi. Ulteriori 12 mesi in bottiglia. Rubino importante, evidente lacrimazione, naso importante con buona speziatura. Al sorso entra caldo (titolo 14,5%), con buona acidità e sapidità. Ottima trama tannica con lunga persistenza. Ottimo, Voto  89/100

Capitoni 2007. Il percorso come il precedente per un Rosso meritevole dell’Eccellenza. Voto 90/100

Capitoni 2005. L’anno della vendemmia poi alla fine viene fuori e penalizza la tenuta del vino. Sempre comunque un’ottimo vino. Dodici anni portati benissimo. Ottimo, Voto 88/100

Marco Capitoni è il vignaiolo che crede nelle potenzialità di questo territorio e lo capisci nella determinazione, quasi impazienza, che si legge nel suo sguardo. Animato da una visione della Val d’Orcia centrata su una forte esigenza di cambiamento, un percorso di crescita magari condiviso con altre realtà per esaltare la matrice territoriale e il carattere di semplicità dei vini solo apparente.

Urano Cupisti