L’enologo Michel Drappier: “L’effetto delle maree è un nuovo elemento, la pressione in profondità agisce sul biossido di carbonio in senso positivo, e l’invecchiamento sembra dare ottimi risultati”

Ė notizia di questi giorni che una delle più importanti Maison della Champagne, la Maison Drappier, ha iniziato a depositare sul fondo sabbioso marino di fronte a Saint-Malo (Bretagna) un cestone contenente 600 bottiglie di Brut Nature (dosaggio zero) e 60 bottiglie di Grande Sendrée 2005. Il tutto posizionato a circa 15 metri di profondità.

Il primo pensiero: i Francesi ci copiano? Hanno studiato gli effetti dei nostri “Abissi” immerso davanti a Cala degli Inglesi (Portofino) dall’Azienda Ligure Besson e “Nautilus” immerso nel Lago d’Iseo dall’Azienda  Agricola Vallecamonica? Niente di tutto questo. Il progetto nasce dal “recupero” e successivo assaggio di bottiglie di champagne che per oltre 100 anni sono rimaste coricate nella stiva di un cargo affondato nei primi del ‘900 nel Mar Baltico.

Michel Drappier, enologo della Maison, ne è convinto: “L’effetto delle maree è un nuovo elemento, la pressione in profondità agisce sul biossido di carbonio in senso positivo, e l’invecchiamento sembra dare ottimi risultati”. Anche i crostacei gradiscono. Infatti il problema dei tappi, ambiti da questa fauna marina, è stato rilevato nel monitoraggio continuo. Ed allora? Si pensa di scavare grandi grotte sottomarine controllabili continuamente, chiuse da reti fittissime per evitare l’inconveniente. Anche ai crostacei piace lo champagne. A noi, i crostacei con lo champagne.

Devo dire francamente che l’assaggio di Abissi e Nautilus mi hanno lasciato indifferente, senza alcuna particolare emozione nonostante i continui rimandi ai concetti di pressione, maree marine e lacustri. Solo tanta curiosità, nessuna emotività.

Forse il mare di Saint-Malo è diverso, il flusso e riflusso delle maree è più consistente, marcato e quindi le pressioni, diminuendo le altezze delle acque, cambiano durante la giornata. Sono curioso e farò di tutto per assaggiarlo. Parto dal principio che i Francesi non fanno nulla per nulla e…

Nel frattempo ho fatto scorta di due Magnum di Grande Sendrée 2005 ottenute con il percorso tradizionale e affinate sui lieviti nelle buie cantine di Urville, del XII secolo, nell’Aube per oltre 8 anni a temperatura e pressione costanti.

Tradizionalista? No, amante dello champagne!

Urano Cupisti